Senzatomica
Dal 31 gennaio al 23 marzo 2025 la mostra sul disarmo nucleare all'ex Refettorio di Santa Maria Novella con ingresso e visita guidata gratuiti

“Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari. Il percorso propone una riflessione attraverso le esperienze dei sopravvissuti e una visita immersiva nei luoghi delle tragedie di Hiroshima e Nagasaki con la voce narrante di Carmen Consoli
La simulazione del lancio di una bomba atomica su Firenze, una visita “immersiva” nei luoghi della memoria di Hiroshima e Nagasaki attraverso un visore e le esperienze degli “hibakusha”, i sopravvissuti allo scoppio delle bombe atomiche: tutto questo in una versione totalmente rinnovata e rivista dal punto di vista contenutistico, grafico ed espositivo.
Le continue minacce di ricorso alle armi nucleari hanno riportato al centro dell’opinione pubblica il tema della presenza e della proliferazione di tali ordigni e nel 2024 il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato proprio alla Nihon Hidankyō, l’organizzazione dei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki.
Questa mostra ha l’obiettivo di far comprendere le conseguenze catastrofiche dell’utilizzo di tali armi e propone al visitatore un viaggio alla scoperta di quello che è stato per riflettere sul presente e su quale possa essere oggi il contributo di ogni singolo individuo. Il potenziale di ogni essere umano è, infatti, al centro di questa esposizione.
La mostra si compone di cinque aree. Nell’atrio si potrà assistere alle esperienze dei sopravvissuti delle bombe di Hiroshima e Nagasaki, che hanno sperimentato sulla propria pelle terribili sofferenze. Subito dopo si attraversa l’atmosfera della memoria, dove si ripercorrono le tappe storiche che hanno caratterizzato il prima e il dopo lo scoppio delle bombe atomiche sulle due città giapponesi. In questa area il visitatore è accompagnato a ripercorrere la storia dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki attraverso la realtà virtuale, grazie alla quale le persone potranno rivivere in prima persona la crudeltà delle armi nucleari e i loro effetti devastanti sul genere umano e sul pianeta.
L’area successiva è quella della libreria delle voci dove si affronteranno vari temi: dalla follia della deterrenza nucleare al significato di sicurezza, dai fondi impiegati per le spese militari agli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Onu. Nell’area denominata il tavolo delle genti si mira a fare riflettere sulla responsabilità di ognuno per realizzare un mondo libero da armi nucleari, attraverso i pannelli ma soprattutto intorno a un tavolo utile sia per le classi delle scuole sia per i visitatori che vorranno approfondire temi specifici della mostra in modo interattivo. Infine, i visitatori lasciano la mostra passando attraverso il tunnel dell’intenzione nel quale ognuno potrà esprimere il proprio impegno o determinazione.
L’esposizione, realizzata grazie ai fondi dell’8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, è itinerante e, dopo le edizioni di Brescia e Roma con oltre 51.000 visitatori, la nuova mostra approda a Firenze, dove la campagna ebbe inizio nel 2011 con l’anteprima nazionale della prima edizione della mostra.
L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Firenze, della Città Metropolitana di Firenze, della Regione Toscana e del Consiglio regionale della Toscana.
Maggiori info su www.senzatomica.it
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Dal 16 dicembre 2023 al 17 marzo 2024 nell’ex dormitorio di Santa Maria Novella, la mostra del Museo Galileo di Firenze con l’Osservatorio Gravitazionale Europeo per i 400 anni dalla pubblicazione del Saggiatore di Galileo

Splendori celesti. L’osservazione del cielo da Galileo alle onde gravitazionali. La mostra è curata da Filippo Camerota; oltre al curatore, del comitato scientifico fanno parte Massimo Bucciantini, Michele Camerota, Agostino De Rosa, Paolo Galluzzi, Franco Giudice e Vincenzo Napolano. Prodotta con Opera Laboratori, Splendori Celesti offre un nuovo modo di guardare l’universo: vedere oggi le stelle, i pianeti e i loro satelliti, le comete osservate da Galileo Galilei grazie a installazioni interattive e proiezioni immersive, come quelle realizzate dallo studio camerAnebbia.
La lunga esplorazione visuale dello spazio prosegue oggi attraverso l’occhio dei grandi telescopi spaziali e l’orecchio degli osservatori gravitazionali come Virgo. Sono i segnali catturati da queste nuove tecnologie a chiudere il quadro della grande avventura dell’esplorazione dello spazio iniziata con il cannocchiale di Galileo. Ma l’astronomia su tutto lo spettro della radiazione elettromagnetica (infrarosso, microonde, onde radio, a frequenze d’onda più basse, così come ultravioletto, raggi X e raggi gamma a frequenze ed energie decisamente più grandi) non è che una faccia di tutto ciò che l’universo ha da raccontarci.
La scoperta delle onde gravitazionali promette di farci fare un nuovo salto, simile forse a quello realizzato da Galileo quattrocento anni prima. Le onde gravitazionali, predette da Einstein all’inizio del secolo scorso, sono deformazioni del tessuto spaziotemporale dell’Universo, increspature che propagano una variazione del campo gravitazionale. Questi segnali, generati ad esempio dalle violente collisioni e fusioni di buchi neri e stelle di neutroni, portano quindi con sé la traccia dei più remoti e violenti terremoti cosmici, che scuotono la trama dello spaziotempo cosmico.
Essere in grado di ‘ascoltarle’, significa aver acquisito, come Galileo con il suo cannocchiale, un nuovo senso per esplorare e sondare il cosmo intorno a noi: un sensibilissimo orecchio in grado di catturare l’eco gravitazionale dei fenomeni cosmici più remoti e violenti, fino addirittura al Big Bang. Su questa ultima fondamentale rivoluzione dell’astronomia moderna si concentra il contributo di EGO al concept della mostra e al percorso espositivo.
Il percorso espositivo si snoda nella grande sala dell’ex dormitorio di Santa Maria Novella e si articola in sei sezioni: Novità celesti; Le comete; Il Saggiatore: un “discorso sul metodo”; I sistemi del mondo; Oltre il visibile: l’esplorazione dello spazio profondo; Il cielo come opera d’arte: la dimensione estetica dell’osservazione astronomica.
Nella quinta sezione protagonista è l’Osservatorio Gravitazionale Europeo e l’esperimento Virgo, l’ultima frontiera dell’astrofisica. A differenza dei grandi telescopi spaziali, Hubble e James Webb, che scrutano lo spazio profondo, seppur con tecnologie infinitamente più avanzate rispetto al semplice ‘tubo’ con lenti di Galileo, Virgo ‘ascolta’ i flebili echi di cataclismi cosmici, come fusioni di buchi neri o stelle di neutroni, avvenuti milioni o miliardi di anni fa, rivelando le onde gravitazionali che hanno generato. Le onde gravitazionali, deformazioni del tessuto spazio-temporale dell’universo, furono previste da Albert Einstein nella teoria della relatività generale, ma solo nel 2015 ne fu registrata per la prima volta la reale esistenza. Del resto da Galileo a oggi molti altri sono i messaggeri cosmici che abbiamo imparato a captare e che ci offrono un’immagine del nostro universo molto più ricca e complessa. Eppure è chiaro, a 400 anni dal Saggiatore, come sia decisiva l’eredità di Galileo, che per primo ha indicato il metodo con cui la scienza procede.
L’esposizione si avvale del patrocinio del Comune di Firenze e del Comitato Nazionale per le celebrazioni del IV centenario dell’elezione di Papa Urbano VIII e del sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e Unicoop Firenze. La mostra sarà accompagnata da un ciclo di conferenze divulgative che approfondiranno i temi della mostra, organizzato in collaborazione con il Comune di Firenze. Il programma completo degli incontri sarà pubblicato sul sito web del Museo Galileo.
INFORMAZIONI: www.museogalileo.it | telefono: +39 055 2989851
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Dal 28 ottobre 2020 al 31 marzo 2021 nell'ex refettorio della Basilica di Santa Maria Novella, la mostra di Massimo Sestini dedicata al Sommo Poeta

Arriva a Firenze l'omaggio a Dante del fotografo Massimo Sestini. Nell'ex refettorio del complesso monumentale di Santa Maria Novella si è inaugurata oggi la mostra fotografica “Dante 700 - Un ritratto di Dante e i luoghi del Poeta nelle fotografie di Massimo Sestini”, organizzata dall'Associazione MUS.E e promossa dal Comune di Firenze e dai Musei Civici fiorentini, con il sostegno del Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo, e del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
La mostra è stata presentata in anteprima a Roma, nelle sale del Quirinale, dove è rimasta fino all'11 ottobre, dando il via alle celebrazioni del VII centenario della morte del Sommo Poeta. E oggi si svela finalmente alla città che ha dato i natali all'Alighieri, per rimanere aperta al pubblico fino al 6 gennaio 2021.
Per i dettagli sulla mostra clicca qui.
LEGGI TUTTOLa botanica di Leonardo
Dal 13 Settembre al 15 Dicembre 2019 per una nuova scienza tra Arte e Natura è una mostra ideata e prodotta da Aboca

Gli studi e le intuizioni di Leonardo da Vinci sulle forme e sulle strutture del mondo vegetale al centro di un percorso espositivo nel cuore di Firenze. Un viaggio tra fogli originali, elementi naturali e installazioni interattive che diventa occasione di riflessione sull’evoluzione scientifica e sulla sostenibilità ambientale.
Tavole originali, installazioni interattive e piante reali creano un appassionante percorso attraverso le intuizioni e le innovazioni di un pensiero “sistemico”, capace di combinare arte e scienza, e di guardare alla vita e alla natura (uomo incluso) come un’entità unica in cui tutto è connesso e tutto è in movimento.
L’esposizione allestita all’interno dei suggestivi spazi del Complesso monumentale di Santa Maria Novella, nel Dormitorio e nel Chiostro Grande, illustra e approfondisce le scoperte botaniche di Leonardo (fu lui, ad esempio, a capire il nesso fra cerchi nel tronco ed età dell’albero), e ci conduce attraverso la straordinaria sequenza dei suoi disegni di dettagli, foglie, piante. Soprattutto, mostra e dimostra quanto arte e scienza fossero per Leonardo indissolubili: mai soltanto descrittiva la conoscenza scientifica, mai soltanto estetica la pittura. In una visione “sistemica” che si interrogava – e continua a interrogarci a secoli di distanza – sul complesso sistema di relazioni fra uomo e natura.
Un pensiero tradotto anche nell’allestimento della mostra, che si apre nel maestoso Chiostro grande con i cinque monumentali poliedri regolari, disegnati da Leonardo per compendio al “De Divina Proportione” di Luca Pacioli, simboli non solo di armonia e di perfezione formale ma anche della complessità e del mistero del mondo. A questi si accompagna una sfilata di piante vere selezionate fra quelle disegnate o citate da Leonardo nei suoi scritti, che si intrecciano a un’introduzione sulla rinascita filosofica, artistica e tecnica della Firenze della seconda metà del Quattrocento. È questa l’occasione per delineare la complessità del pensiero di Leonardo rispetto ai processi e alle tecniche alchemiche, di cui esplora le grandi possibilità “stando in natura”. La mostra, all’interno, prosegue con un’immersione dal sapore magico tra alberi, foglie e intrecci che evocano, nel gioco fra reale e virtuale, la decorazione leonardiana della Sala delle Asse a Milano. Il percorso all’interno del Dormitorio continua, articolandosi come un “organismo vegetale”, tra le varie sezioni: il linguaggio digitale e multimediale è tratto costante, che offre la possibilità di apprezzare in forma spettacolare l’opera leonardiana – i suoi disegni, i suoi dipinti, i suoi scritti – e di vivere in chiave interattiva e contemporanea alcune delle sue importanti intuizioni nel campo della botanica.
Ecco che gli studi sulla dendrocronologia diventano l’occasione per vivere, seguendo gli anelli degli alberi, la storia dell’umanità e i suoi grandi eventi; quelli sul fototropismo o sul geotropismo offrono la sorprendente opportunità live di cogliere come la natura si adatti e si relazioni all’ambiente; le regole della fillotassi e la teoria della costanza dei flussi all’interno di un albero (chiamata non a caso il “principio di Leonardo”) si trasformano in installazione dinamiche che consentono, più di molte parole, di capirne i parametri. L’esplorazione nel mondo botanico leonardiano prosegue: e l’anatomia vegetale scandagliata da Leonardo, in grado di cogliere e di rendere i dettagli più minuti di un fiore, di un ramo o di una foglia, viene proposta nel dialogo con opere contemporanee, mentre i meravigliosi dettagli botanici inclusi nei suoi celebri dipinti – tanto realistici da potere essere definiti “ritratti di piante” – vengono offerti allo sguardo del pubblico per innescare anche un percorso a ritroso sull’origine dei pigmenti vegetali utilizzati. Il percorso, ritmato da tre preziosi fogli originali del Codice Atlantico della Veneranda Biblioteca Ambrosiana (f.197v, f.663r, f.713r), si conclude con un ripensamento del celebre “uomo vitruviano”, che diventa lo spunto per riflettere sugli equilibri fra uomo e natura, e con una straordinaria installazione dedicata alle interconnessioni fra tutti gli elementi del sistema vivente, ben note a Leonardo e oggi spesso dimenticate.
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