Un romanzo epistolare tra due donne che ci trasporta nel cuore dell’India e dell’autrice che vi si immerge. Per ritrovare se stesse nella mente, nel corpo e nell’anima.
Un viaggio tra profumi, spezie, strade affollate, colori, incontri con persone che sanno donare il poco che hanno, ma soprattutto un viaggio interiore, alla ricerca spirituale, neurocognitiva e intellettuale che spinge a trovare il proprio centro, una autoconsapevolezza profonda di se stesse, quando impariamo ad ascoltarci, a vivere e a viverci nel momento presente, che raccoglie tutto. Solo così, uscendo dal buio, dalla propria cecità, possiamo trovare il nucleo intimo che regala un sapore diverso alla nostra esistenza e uno sguardo differente sul nostro mondo interiore e su quello che ci circonda. L’India diventa una grande metafora, un paesaggio non solo fisico, ma anche dell’anima. Quando si toglie il superfluo, il superficiale, le scorie della distrazione quotidiana, possiamo arrivare a scoprire il potere della mente e quello del cuore, diventando un tutt’uno con l’universo e con l’Altro/a. E questo viaggio, non a caso, parte proprio dal silenzio. A volte bisogna fare silenzio intorno per ascoltare la propria voce e quella di un mondo che ci sussurra ciò che potremmo definire come la vera essenza di sé e della vita, in ogni sua forma.
Vidhi Bonafé è nata e cresciuta a Firenze. È sempre stata attratta dalla terra indiana, dalla sua musica, i suoi colori, i vestiti… che l’hanno commossa e colpita. Nel 1980 ha fatto il suo primo viaggio in India con un’amica, che le ha dato conferma di tutte le sue sensazioni inerenti a quella terra; così, dal 1983 è tornata ogni anno vivendoci tre mesi in inverno e due in estate. L’India, per Vidhi, non è solo un paese da visitare, ma un mondo da vivere, tanto da regalarle la possibilità di conoscerla in maniera più profonda. Si sente molto grata a quella terra per tutto ciò che le ha trasmesso. E in questo suo romanzo tutto l’amore che prova spicca chiaramente.