Incontri di filosofia e letteratura di Quinto Alto. Stagione 2024-2025. Una riflessione e un'ampia esposizione di testi sull'opera del grandissimo poeta polacco Zbigniew Herbert (1924-1998), intessute da studiosi e traduttori
“Herbert. Un barbaro in giardino” - come nel documentario a lui dedicato da Rafael Lewandowski – nasce nel 1924 in una Leopoli che diventerà città assediata dalle persecuzioni naziste e sovietiche, quindi nello sguardo di Zbigniew, che sarà poeta e umanista, una città del ricordo, un luogo labile che lotta per non dissolversi persino nelle mappe. “C’è solo pietra sabbia e sterco e un vento senza scopo né colore”.
Dopo le laurea in economia, dopo quella in legge e dopo gli studi di filosofia, imprescindibili per il suo futuro di poeta e per la creazione del Signor Cogito, suo alter ego ironico, critico nei confronti del pensiero cartesiano, giunge a Varsavia nel ‘50, cominciando a pubblicare su alcune riviste. Un anno dopo però sceglie di restituire la tessera dell’Associazione degli scrittori per non essere parte del totalitarismo estetico e politico del regime comunista. Continuerà a vivere svolgendo i lavori più disparati e umili.
“Scrivevo poesie serie, tragiche”. (“Quando il pericolo era grande/ si saltavano negli occhi/ chiudendoli forte/ così da non sentire il fuoco/ che gli arrivava alle ciglia”).
“Adesso scrivo sul mio corpo, sulla malattia, sulla perdita del pudore”, dichiarerà in una intervista quarant’anni dopo. Dei suoi versi Iosif Brodskij dirà che “restano marchiati a fuoco nella mente con la loro glaciale lucidità”. E rimarrà incantato dalla “miscela di ironia, disperazione ed equilibrio” che emana dalla sua poesia.
Il debutto vero e proprio nel ‘56 con “Corda di luce”, quindi “Hermes, il cane e la stella (‘57), “Studio dell’oggetto” (‘61), “Iscrizione” (‘69), in cui si aggrappa alla bellezza del mondo classico quale via di sopravvivenza dell’umanità.
Quindi “Rapporto dalla Città assediata. 24 poesie" (‘85), “Elegia per l’addio della penna dell’inchiostro della lampada” (‘89), “Rovigo” ( ‘92), del ‘98, anno in cui Herbert muore, “Epilogo della tempesta”.
Intervengono:
Giovanna Tomassucci, Docente di Polacco, Università di Pisa, traduttrice;
Andrea Ceccherelli, Docente di Slavistica Università di Bologna, traduttore.
Breviario II
Signore,
donami l’abilità di comporre lunghe frasi, la cui linea è la linea del respiro,
sospesa come i ponti, come l’arcobaleno, come l’alfa e l’omega dell’oceano
Signore, donami la forza e la destrezza di quelli che costruiscono lunghe frasi,
ramificate come una quercia, spaziose come un’ampia valle, perché vi entrino
mondi, ossature di mondi, mondi di sogno
e anche perché le frasi principali dominino sicure sulle subordinate, e controllino
la loro corsa complicata, ma espressiva, che persistano impassibili come un
basso continuo sugli elementi in moto, che li attirino, come attira gli elementi la
forza delle invisibili leggi gravitazionali
prego allora per frasi lunghe, frasi modellate con fatica, estese così che in
ognuna si trovi il riflesso speculare di una cattedrale, un grande oratorio,
un trittico
e anche animali poderosi e piccoli, stazioni ferroviarie, un cuore pieno di
rimpianto, abissi rocciosi e il solco dei destini nella mano
Zbigniew Herbert
“Breviario II” da “L’epilogo della tempesta. Poesie 1990-1998 e altri versi inediti”, Adelphi Edizioni, 2016
Brewiarz II
Panie,
obdarz mnie zdolnością układania zdań długich, których
linia jak zwykle od oddechu do oddechu wydaje
się linią rozpiętą jak wiszące mosty jak tęcza alfa i omega
oceanu
Panie,
obdarz mnie siłą i zręcznością tych, którzy
budują zdania długie rozłożyste jak dąb pojemne
jak wielka dolina, aby mieściły się w nich światy, cienie
światów, światy z marzenia
a także aby główne panowało pewnie nad podrzędnymi
kontrolowało ich bieg zawiły ale wyrazisty jak basso continuo
trwało niewzruszenie nad ruchem elementów, aby przyciągało je jak
jądro przyciąga elektrony siłą niewidocznych grawitacji
o zdanie długie tedy modlę się, zdanie lepione w mozole
rozległe tak by w każdym z nich znalazło się lustrzane
odbicie katedry, wielkie oratorium, tryptyk
a także zwierzęta
potężne i małe, dworce kolejowe, serce przepełnione żalem
przepaście skalne i bruzdę losów w dłoni
Zbigniew Herbert
da “Epilog burzy”, Wydawn, Dolnośląskie, 1998
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni telefonare al numero 055 2616512 oppure scrivere all'indirizzo bibliotecadelleoblate@comune.fi.it
L'iniziativa si terrà nella Sala storica Dino Campana, è possibile seguire gli incontri anche in streaming sul canale YouTube della Biblioteca delle Oblate.