un incontro con le scuole di approfondimento con le testimonianze di chi visse l'alluvione in prima persona, di soccorritori volontari e dei diversi corpi dello Stato coinvolti, di curatori ed esperti del patrimonio artistico e documentario
Dove arrivò l’acqua, fin dove si spinse. Si potrebbe tracciare una storia di Firenze non solo attraverso il suo sconfinato patrimonio storico-artistico, ma anche disegnando linee di congiungimento tra le targhe che attestano i punti più elevati toccati dalle piene dell’Arno durante le alluvioni che la città ha dovuto fronteggiare nei secoli.
Tra queste, delle otto più immani, quella che - nella notte tra il 3 e il 4 novembre 1966 - prorompe su Firenze dal Casentino e dal Valdarno Superiore, è tra le più deflagranti di sempre.
Dove è arrivata la memoria, ci chiediamo allora, dal 6 novembre ‘66 quando l’Arno, ritirandosi, lascia dietro di sé lo scenario sventrato di una città sepolta sotto seicentomila tonnellate di fango, a oggi - cinquantotto anni dopo – attraverso un doppio evento progettato dalla Biblioteca delle Oblate e dall’Assessorato all’Istruzione del Comune di Firenze il 6 e il 7 novembre 2024.
La memoria di chi ha perso la vita, con i singoli nomi e l’unicità irripetibile delle 17 persone nella sola Firenze e delle 35 in totale nella provincia, la memoria di chi sopravvisse, la memoria di chi venne volontariamente da ogni parte della regione, d’Italia e dall’estero a soccorrere le vite umane e i tesori dell’arte fiorentina - immensi i danni alla Biblioteca Nazionale, più di cinquecento i libri alla Biblioteca delle Oblate aggrediti dal fango. Ancora la memoria delle istituzioni, con i diversi corpi dello Stato, coinvolti nelle operazioni di soccorso.
E la memoria della riflessione sulla previsione e la prevenzione dell’evento climatico catastrofico, questioni che non smettono di chiamare in causa la responsabilità di tutti gli esseri umani del pianeta, nella nostra contemporaneità ogni giorno più che mai.
Infine; in questa storia realmente epica che da Firenze si propaga nel mondo, la memoria del racconto della solidarietà e della partecipazione civica degli “angeli del fango”, che allora fiorirono imperterrite tra le macerie dell’alluvione.
L'incontro si svolge nella Sala storica Dino Campana