Thomas Patch a Firenze

Dal 3 ottobre al 15 dicembre al Museo Stefano Bardini, una mostra per rendere omaggio al pittore, incisore, mercante e conoscitore d’arte inglese

In occasione dei trecento anni dalla nascita, Firenze rende omaggio al pittore, incisore, mercante e conoscitore d’arte inglese Thomas Patch (Exeter, 1725 – Firenze, 1782) e al suo profondo legame con la città raccontando le sue imprese editoriali nella mostra “Thomas Patch a Firenze. La memoria del Medioevo e del Rinascimento” promossa dal Comune di Firenze, curata da Giulia Coco e organizzata da Fondazione MUS.E al Museo Stefano Bardini dal 3 ottobre al 15 dicembre 2025, con il coordinamento scientifico di Carlo Francini e di Valentina Zucchi.

Nato e cresciuto in Inghilterra (Exeter, 1725) e stabilitosi a Firenze nel 1755, dopo il periodo romano interrotto da un’espulsione papale, Patch trovò nella città sull’Arno la sua patria d’elezione. Qui divenne figura di spicco della vivace comunità anglofona riunita attorno a Sir Horace Mann e fu allo stesso tempo interlocutore di eruditi, aristocratici e artisti. Talentuoso pittore di vedute e sagace caricaturista, Patch coltivò anche un profondo interesse per l’arte dei grandi maestri toscani del Trecento e del Quattrocento - i così chiamati “primitivi” - anticipando l’ampia fortuna critica che avrebbero conosciuto nell’Ottocento. La mostra presenta infatti le sue pregevoli pubblicazioni su Giotto, Masaccio, Ghiberti, Fra Bartolomeo della Porta, unitamente ad alcune porzioni di affreschi della Cappella Manetti in Santa Maria del Carmine, recuperate dallo stesso artista prima dello smantellamento della cappella e straordinariamente esposti: interventi preziosi, che contribuirono in modo significativo alla diffusione del gusto per il tardo Medioevo e per il primo Rinascimento. Attraverso le sue incisioni Patch restituì al pubblico europeo i capolavori di questi artisti, promuovendone la conoscenza e la valorizzazione.

Opere come The life of Masaccio (1770), The life of Fra Bartolomeo della Porta (1772), The life of Giotto (1772) e la serie di incisioni dedicate alla Porta del Paradiso del Battistero di Firenze (1772-74, in collaborazione con Ferdinando Gregori) Thirty-four Engravings of the Third Gate of the Baptistery of St. John in the city of Florence rappresentano infatti imprese di straordinaria importanza, capaci di diffondere il prestigio dell’arte fiorentina anche Oltremanica.

In particolare, The life of Giotto preservò per sempre la memoria delle pitture della Cappella Manetti al Carmine, allora attribuite a Giotto e oggi riferite a Spinello Aretino. Patch riuscì non solo a raffigurare le scene e alcuni dettagli tramite incisione ma anche a salvarne alcune porzioni, subito avviati al commercio internazionale e oggi distribuiti in collezioni italiane e internazionali. L’esposizione ne presenta al pubblico una larga parte: attualmente, infatti, sono noti dodici frammenti delle Storie di San Giovanni battista, di cui sette sono esposti in mostra, in prestito dal Museo nazionale di San Matteo a Pisa e dalla Pinacoteca Malaspina di Pavia, offrendo la rara occasione di comparare le scene immortalate da Patch con gli affreschi superstiti, anche grazie a un allestimento particolarmente suggestivo.

Restituire allo sguardo le opere editoriali e gli affreschi staccati consente di mettere in luce la sensibilità di Thomas Patch, raffinato artista, conoscitore e divulgatore, in grado di diffondere la memoria e il desiderio di Firenze in tuta Europa. La sua figura - sotto il segno del Grand tour e in stretto dialogo con il collezionismo inglese - si pone così in dialogo ideale con Stefano Bardini, che nell’Ottocento fondò la propria attività proprio sul recupero e la valorizzazione di opere antiche e affreschi staccati e a cui è dedicato il museo civico.

In occasione della mostra sono previsti alcuni appuntamenti speciali: domenica 19 ottobre alle 11 Giulia Coco presenterà l’approfondimento Thomas Patch e Firenze: memorie di un anglo-fiorentino sulla figura di Patch e della comunità anglosassone a Firenze nel suo tempo; il 23 novembre, sempre alle 11, sarà la volta di Juri Ciani, Maria Grazia Cordua, Giulia Vaccari dell’Accademia di belle arti di Firenze, che, nell’incontro dal titolo Lo storico calco in gesso della Porta del Paradiso: conservazione e nuove strategie di fruizione e valorizzazione, presenteranno al pubblico la pulitura del calco della Porta del Paradiso di Ghiberti custodita presso lo stesso istituto e le due digitalizzazioni fotogrammetriche (prima e dopo la pulitura), indagini scientifiche preliminari alla realizzazione di modelli virtuali, utili per la conservazione e lo studio del manufatto; infine domenica 14 dicembre, allo stesso orario, Federica Pontini, esperta della storia e delle vicende collezionistiche degli affreschi staccati dall’artista in Santa Maria del Carmine sarà protagonista di Thomas Patch e la fortuna dei frammenti murali della cappella Manetti in Santa Maria del Carmine. Gli incontri sono fruibili con il biglietto di ingresso al museo. 

Per tutte le iniziative la prenotazione è obbligatoria: info@musefirenze.it 055- 0541450.

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