Ricordo di Carlo Betocchi

Le rime, le parole e le persone libere di Carlo Betocchi

“Ho preso a considerare appunto le parole come un universo di persone straordinariamente libere”. Scriveva Carlo Betocchi, e ancora, citando San Paolo, “Se c’è da vantarsi, io vanterò gli atti della mia debolezza”.

Betocchi era un ragazzo del ‘99, era stato sul Piave, Betocchi aveva “in petto un garbuglio di cose che ronzano come un’arnia di api al lavoro”, Betocchi amava la rima, per lui “soprattutto un avamposto della poesia”.

Rimasto orfano di padre a undici anni, aveva avuto accanto a sé la madre a supportarlo nella sua formazione.

Nel 1920, dopo essersi diplomato perito agrimensore, partecipa alla ricostruzione delle case distrutte dal terremoto in Toscana.

Poi, con l’amico di una vita, Piero Bargellini, e con Nicola Lisi e Pietro Parigi, fonda la rivista “Il Frontespizio”.

Per le edizioni omonime pubblica la sua prima raccolta di liriche Realtà vince il Sogno (1932), cui seguono Altre poesie (1939), Notizie di prosa e poesia (1947); L’estate di san Martino (1961); Prime e ultimissime (1974) e Poesie del sabato (1980).

Quindi il suo lasciare Firenze, per Trieste, per Bologna, Roma, Venezia.

E ancora i premi: Feltrinelli per la poesia, conferitogli dall’Accademia dei Lincei, poi il Viareggio e l’Elba, nonché la Penna d’oro, attribuitagli dal presidente della Repubblica Pertini, e infine, due anni prima della scomparsa, nel 1986, il premio Montale per la poesia.

“Non sarà difficile indicare i momenti più alti di Betocchi in quelli in cui egli rappresenta la solitudine nel creato. É una solitudine, s’intende, gremita di oggetti e affetti”, scriveva Pasolini infondendo nel tracciato di Betocchi cesellate parole di apprezzamento.

A questo universo soffuso e sensibilissimo, alla cifra della poesia betocchiana “La verità che vive/nei cuori non si scrive/che misteriosamente”, guarda il Ricordo di Carlo Betocchi che vede interventi di:
- Marco Marchi, presidente del Centro Studi e Ricerche Carlo Betocchi e critico letterario: “Stagioni della Vita e della Poesia”,
- Michela Baldini, critica letteraria: "L’humanitas" di Carlo Betocchi,
- Giacomo Trinci, poeta e critico letterario: “Testimonianza di un poeta”.

Tre video dell’arpista Antonella Natangelo, che ha musicato e cantato altrettanti testi del poeta - suono e voce evocativi e in risonanza con i versi meditativi di Betocchi ("quando avremo ali", "mio divenire universale"...) - espandono e impreziosiscono l'aura della serata a lui dedicata.

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni telefonare al numero 055 2616512 oppure scrivere all'indirizzo bibliotecadelleoblate@comune.fi.it

L'iniziativa si terrà nella saletta incontri Joyce Lussu

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