Gli altri colori, purtroppo, sono caduti

Fino al 10 ottobre la mostra di Leonardo Meoni pensata appositamente per gli spazi del Museo Stefano Bardini

"Gli altri colori purtroppo, sono tutti caduti" rievoca la tecnica pittorica dell’affresco, la cui cattiva conservazione provoca la caduta di porzioni di pittura e la comparsa dei disegni preparatori retrostanti. Le lacune e le sinopie rappresentano per Meoni una riflessione sullo spazio ulteriore, velato, che tuttavia illumina l’intera composizione. La percezione della luce è fortemente legata alla pratica artista di Meoni e all’utilizzo del velluto, un materiale che assorbe la luce e rende la lettura dell’opera ambigua e cangiante, a seconda del punto di osservazione. Troppa luce e troppa evidenza riducono le capacità cognitive dello sguardo e di pari passo inaridiscono lo spettro delle emozioni, riducendo a una superficiale reazione di fronte alla piatta trasparenza del significante.

L’oscurità intima del velluto implica quindi non un’accezione negativa, bensì positiva. La mancanza di luce comporta un necessario sforzo di adattamento dell’occhio e il concentrarsi sugli elementi essenziali presenti nell’opera. Obbligando lo sguardo a dedicare tempo alla osservazione e alla contemplazione, è possibile
cogliere pienamente quanto c’è nell’opera. La valenza dark si lega alla narrazione anti pop dell’artista, che rifiuta una lettura e un’interpretazione immediata dell’immagine preferendo ricercare gli elementi intimi e nascosti della raffigurazione.

Museo Bardini 17 giugno - 10 ottobre 2024 Progetto a cura di Sergio Risaliti  Organizzazione Museo Novecento in collaborazione con Amanita

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