I fatti, quelli, sono noti. L’ultima parte della vita di Saman – (è il 2021 e muore a diciotto anni assassinata dai genitori e dallo zio a Novellara dove i suoi si erano trasferiti dal Pakistan) - è stata oggetto di attenzione mediatica per lo più deviata, a produrre la ‘vittimizzazione secondaria’, secondo cui una donna, qui una ragazza, dopo aver subito un coacervo di violenze fino all’ultima irreversibile che la priva della vita stessa e del potersi raccontare in prima persona, è ulteriormente violata dalla narrazione che si fa di lei post mortem.
Così, per quanto inarrivabile a cogliersi, con rispetto e cura sensibile, Elisa Giobbi ha provato a immaginare quell’autonarrazione recisa, i respiri di parole della letteratura. (In calce un approfondimento sull’iter giudiziario).
La forma, quella del diario, che si fa lettera all’amica più cara, e giorno dopo giorno in quello che sarà il suo ultimo anno, la voce narrante affida alla pagina i suoi desideri limpidi e speranzosi, simili a quelli delle coetanee e unici, la voglia di amare, l’affetto per i genitori e i luoghi d’origine, e insieme il rifiuto di una concezione oscurantista che - tra i silenzi e le mancanze di una intera società - le toglie il diritto di studiare e ogni libertà, con accluso progetto di matrimonio imposto; la sua incredulità a percepire la brutalità sottile e manifesta proprio da parte di coloro che più di tutti dovrebbero proteggerla, e che invece diventano esecutori di una violenza patriarcale sistemica globale.
L’autrice Elisa Giobbi dialoga con Maria Grosso (Biblioteca delle Oblate).
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni telefonare al numero 055 2616512 oppure scrivere all'indirizzo bibliotecadelleoblate@comune.fi.it
L'iniziativa si terrà nella Saletta incontri Joyce Lussu