Feticci e poesia. Il silenzio delle opere

Incontro con Antonio Natali, ex Direttore della Galleria degli Uffizi 2006-2015.

Per ragioni meramente economiche l’industria culturale ha ridotto a feticci le opere d’arte di più alto tenore poetico, svuotandole così della loro essenza. Opere quali sono il David di Michelangelo e la Gioconda di Leonardo sono stati relegati al rango d’icone di un turismo senza pretese. Sono opere ambite ormai soltanto per lo sbalordimento che provocano. Quasi non hanno più valore il significato, il contenuto e il pensiero che ne sono sottesi; sicché nei musei si va per stupire al loro cospetto, non già per capire, per conoscere e per addestrare la mente e il cuore. La lettura che d’alcune opere celebri si propone – il David appunto, l’Ultima cena di Andrea del Sarto, la Deposizione del Pontormo – è invece votata proprio all’interpretazione della trama che le informa e che una storia dell’arte, intesa come storia di lingua (figurativa, s’intende), viceversa trascura.

A cura dell'associazione Incontroluce APS

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