Venerdì 28 maggio una conferenza del Cardinale Gianfranco Ravasi sulla riflessione poetica e teologica di Dante nella Divina Commedia
Nelle «Stanze di Raffaello» in Vaticano il celebre pittore ha raffigurato due volte Dante collocandolo non solo tra i poeti nel Parnaso, ma anche tra i teologi, accanto ad Ambrogio, Agostino, Girolamo e Tommaso d’Aquino. Effettivamente la filigrana ideale della Divina Commedia, così pure delle altre sue opere, è segnata dalla teologia, così come lo è stata la sua testimonianza personale, anche nella sincerità aspra e severa delle polemiche ecclesiali. È ciò che ha attestato – sulla scia dei suoi predecessori – Papa Francesco con la sua suggestiva Lettera Apostolica Candor lucis aeternae per questo speciale anno dantesco.
Sotto il motto «A l’etterno dal tempo», che intreccia in sé la trascendenza e la storia, la divinità e l’umanità, il Verbo e l’incarnazione, si cercherà di individuare un crocevia fondamentale della riflessione poetica e teologica di Dante. Nella sua grandiosa architettura spirituale, eretta anche attraverso una conoscenza appassionata delle S. Scritture, si sceglierà un emblema proponendo un canto meno noto del Paradiso, il XXIV, ove il Poeta si sottopone a un vero e proprio esame di fede da parte di san Pietro, «il gran viro a cui nostro Signor lasciò le chiavi».
Il Credo di Dante ci condurrà, così, al vertice trinitario al cui centro appare anche «la nostra effige», ossia il volto di Cristo (Paradiso XXXIII, 127-131), rivelandoci in tal modo «come l’uom s’etterna» (Inferno XV, 85).
La conferenza si terrà in presenza (ingresso gratuito con obbligo di prenotazione al link in calce) presso la Basilica di Santa Croce in Firenze, venerdì 28 maggio a partire dalle ore 17.