IDENTITIES. Leggere il contemporaneo - novembre 2024

Proseguono alla Biblioteca delle Oblate gli incontri di "IDENTITIES. Leggere il contemporaneo" a cura dell'Associazione culturale La Nottola di Minerva

IDENTITIES. Leggere il contemporaneo è una rassegna triennale, giunta alla VII edizione, ideata e organizzata dall’Associazione culturale La Nottola di Minerva ETS, con il patrocinio del Comune di Firenze, della Fondazione CR Firenze e con la collaborazione di numerosi enti, associazioni e istituzioni del territorio.

Un percorso innovativo tra cultura, letteratura, arte e scienza il cui scopo è la riflessione sul tema cruciale dell’identità, nelle sue declinazioni più attuali e attente ai mutamenti culturali, sociali, ambientali e spirituali, a chiavi originali per interpretare la contemporaneità.

Cinque le sezioni: Memoria e ricorrenze; Scienza, salute e cura; Relazioni, spiritualità e pace; al Femminile; Viaggio, turismo e cultura.

Al centro il libro e la lettura, con uno sguardo aperto al coinvolgimento delle realtà territoriali, le scuole, l’università e i nuovi pubblici, attraverso modalità innovative e diversi linguaggi espressivi.

La rassegna coinvolge esperti, artisti e autori di fama nazionale e internazionale: con la settima edizione si prevede di aumentare la capacità di partecipazione attiva del territorio con eventi interdisciplinari e interculturali nelle biblioteche, nei musei, nelle scuole, nei parchi, nelle piazze, lungo le linee della Tramvia e nei luoghi di incontro di Firenze e della Città Metropolitana.

Tre gli appuntamenti nel mese di novembre alla Biblioteca delle Oblate.

L'ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. 
Per informazioni telefonare al numero 055 2616512 oppure scrivere all'indirizzo bibliotecadelleoblate@comune.fi.it

"A tavola non si invecchia! Strategie creative per un appetito buono e un Buon Appetito!", con una selezione di ricette tra medicina e cucina, è il frutto del lavoro di un articolato gruppo di persone: alcuni ricercatori, due chef e tanti cittadini. Angelo Pontecorboli Editore

Il risultato è raccolto in pagine che profumano di cucina e che vogliono essere strumento per un'alimentazione sana e gustosa, senza dimenticare gli aspetti della convivialità.

L'evento fa riferimento alla Terza Missione dell’Università, il cui obiettivo è raggiungere la comunità e condividere il frutto della ricerca scientifica. Per questo fine sono adoperati linguaggi diversi a supporto degli eventi. In questo caso musica e teatro sono strumenti per sensibilizzare il grande pubblico verso un’alimentazione sana.

Sonorizzazioni a cura di Letizia Fuochi

Presentazione del libro di Luca Bergamo "E' qui il mio respiro" (Luca Sossella editore), un resoconto di esperienze, un intreccio di analisi e prospettive che si sono tradotte in riflessioni su un progetto personale e politico.

La missione culturale di Luca Bergamo è quella di dare forma a una mappa che contrasti la paura del futuro. Un sistema in evoluzione, modellato dalla tensione tra il passato e il presente, tra l’individuo e il mondo.

Per affrontare il mutamento il libro invoca una risposta che vada oltre la competizione indicando nella cooperazione, all’interno delle nostre città, la via fondamentale per le trasformazioni in corso, anche nelle nostre vite. Una chiamata all’azione sulle sfide quotidiane, che l’energia necessaria a rendere protagoniste le persone per governare collettivamente le crisi di transizione dei nostri anni.

L’autore dialoga con Niccolò Abriani. Letture a cura di Giulia Cavallini.

Luca Bergamo è stato direttore della fondazione voluta dai negoziatori israeliani e palestinesi che siglarono gli accordi di pace a Oslo (2004-2008). Ha diretto l’Agenzia italiana per i giovani e il progetto NMC World Youth Meeting for Sustainable Development, coordinando la collaborazione con le agenzie delle Nazioni Unite coinvolte (2008-2011) e ha diretto a Bruxelles la principale rete europea del settore culturale (Culture Action Europe, 2012-2016). Nel 2016 è tornato in Italia da indipendente come Assessore alla Crescita culturale e subito dopo come Vicesindaco di Roma. Fino al 2021 è stato anche vicepresidente della commissione cultura di United Cities and Local Governments.

Identità e ricordo

Valerio Aiolli e Enzo Fileno Carabba presentano Calvino e Pratolini. Lettere dall’aldilà, reading letterario e musicale tratto da "A Firenze con Vasco Pratolini. Baci, spari e altre forme d’amore" Giulio Perrone editore e "Il giardino di Italo" Ponte alle Grazie

Letture a cura di Marcello Sbigoli

Sonorizzazioni a cura di DUO MEISSA (Giulia Fidenti e Alda Dalle Lucche, sax)

Si comincia con "Firenze di Vasco Pratolini". Mettendo in scena la Firenze della prima metà del Novecento, Pratolini ha narrato il cuore nero, pubblico e privato, del carattere italiano. Rievocando libri e luoghi di questo scrittore profondo e popolare, Valerio Aiolli traccia la mappa di una città che cambia con il passare del tempo, pur rimanendo simile a se stessa. Emergono passioni, cedimenti, angoli di tenerezza inalterati; baci, spari e altre forme d’amore. Un omaggio a quella Guida sentimentale di Firenze che Pratolini aveva in mente e che non scrisse mai, ma anche un modo per ripercorrere il filo sottile che lega eventi personali e mutamenti collettivi.

Si continua con "Il giardino di Italo": Italino vive in un giardino incantato della Riviera, un «Paradiso sperimentale» ricco di piante, misurabile e misurato da due divinità — i suoi genitori — che credono nel potere razionale, etico e sociale della scienza. Mentre fuori tuona la retorica fascista, la lingua che si parla in quel giardino è seria, esatta, priva di sentimentalismi, consona alla laica compostezza che lo domina. Ma quando Italino si avvicina al mare, viene travolto da un’onda che lo capovolge, lo rimescola, gli fa capire che non siamo creature esatte ma libri abissali destinati a sprofondare nel blu. È allora che in lui si accende quella tensione perenne tra razionalità e fantasia da cui originerà una delle più limpide voci del nostro Novecento: quella dello scrittore Italo Calvino.

Rimembri ancora
"Perché amare da grandi le poesie studiate a scuola" Il Mulino

La nebbia agl’irti colli… E poi? Come faceva? È raro tornare da adulti alle poesie incontrate da studenti. Eppure, sarebbe bello scoprire come risuonano in noi. E accorgersi che la vita le ha rese più leggibili, più emozionanti, più preziose.

Nel bagaglio delle conoscenze scolastiche, insieme alle tabelline, al teorema di Pitagora, alla fotosintesi clorofilliana, rientrano anche molte poesie. C’è perfino chi, nel tempo, le ha imparate a memoria. Da «Silvia, rimembri ancora» di Leopardi a «La pioggia nel pineto» di D’Annunzio, dalle «stelle cadenti» di Pascoli al «male di vivere» di Montale, può capitare di ritrovarsi qualche verso sulle labbra, all’improvviso. Sembra che voglia dirci ancora qualcosa. Ma cosa?

Paolo Di Paolo ci offre un’occasione per leggere in modo nuovo e sorprendente le poesie studiate a scuola. Seguendo piste imprevedibili, riscopre «Dei Sepolcri» come un canto carico di tenerezza e rilegge «Il cinque maggio» come un editoriale in versi. Accosta autori contemporanei come Ray Bradbury a Carducci o Yasmina Reza a Manzoni, ripensa i versi secchi di Ungaretti all’ombra delle guerre odierne. E mette in gioco anche sé stesso, la sua storia di studente, di aspirante scrittore: un romanzo mai scritto su Gozzano; le telefonate e gli incontri con i grandi del secondo ’900, Luzi, Zanzotto, Sanguineti, Spaziani… Dimostra così che l’esperienza può riempire di senso quei versi lontani e completarli nel tempo, fra amori, ferite, desideri, sogni.

Letture a cura di Marcello Sbigoli

Sonorizzazioni a cura di DUO MEISSA (Giulia Fidenti e Alda Dalle Lucche, sax)

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