Dal 2 settembre al 17 ottobre la 28^ edizione del festival attraversa i processi creativi di artisti internazionali e nazionali
La XXVIII edizione del Festival Fabbrica Europa traccia un percorso che attraversa i processi creativi di artisti internazionali e nazionali, dai grandi maestri alle nuove generazioni, nel segno di una continua e significante trasformazione dei territori espressivi, esistenziali, ambientali, sociali, culturali. Un’indagine sulla forza degli elementi della natura e sulle risonanze delle mutazioni visibili e invisibili dell'essere umano che ne derivano.
Aprono il festival, sulle acque dell’Arno, i francesi ilotopie con DéRives - Un spectacle fluvial emporté par le courant: guidato da un suonatore di galoubet, un popolo di 100 sagome trasparenti discende il fiume, abitandolo come ondeggianti chimere luminose o anime trasportare dalla corrente (2/09). L’installazione Danse solaire pour un couple de cristal illumina l’acqua della Fontana del Re nel Parco delle Cascine (3>5/09).
Pluralità di prospettive, forme di ascolto e attenzione in All in All, progetto del canadese Benoît Lachambre che comprende una residenza, un workshop e le performance in collaborazione con il messicano Ricardo Rubio e il libanese Charlie Prince che, agite in una dimensione temporale espansa, mettono in gioco la politica dello sguardo dello spettatore. Un viaggio in territori diversi, un invito a percepire i flussi di un’azione che riunisce diverse culture in un dispositivo coreografico dalle molteplici sfaccettature (PARC, 4-5/09).
La coreografa Ina Christel Johannessen con la Compagnia zero visibility corp (Norvegia) in When Monday Came indaga il tema della sopravvivenza in relazione a calamità naturali che causano trasformazioni del corpo e della vita. Cosa succede alle persone quando il loro ambiente brucia? Quando c'è il fuoco, c'è la cenere che in alcune culture è fonte di purificazione e connessione con un'altra vita (Teatro Studio di Scandicci, 9-10/09).
Così in aSH di Compagnie 111 (Francia) diretta da Aurélien Bory con protagonista Shantala Shivalingappa che incarna la figura di Shiva, dio creatore e distruttore, signore dei luoghi della cremazione. La straordinaria danzatrice indiana con la sua energia ritmica e vitale danza su una coltre di cenere, simbolo di morte e di rinascita, accompagnata dai battiti del percussionista Loic Schild (Teatro Era di Pontedera, 9-10/10).
Doppia presenza per il coreografo Alessandro Sciarroni: TURNING_Orlando's version, creazione che ammicca alla danza classica e al lavoro sulle punte in un’azione del corpo che ruota intorno al proprio asse rimandando al concetto di evoluzione e trasformazione (Parco delle Cascine, 3-4/09); Sciarroni è in residenza al PARC e allo Sferisterio delle Cascine per portare avanti il progetto prodotto da Fabbrica Europa che trae origine dall’antico gioco del Pallone al bracciale e che sfocerà in una creazione originale con debutto al Festival 2022. Un'operazione artistica di reinvenzione contemporanea che mira a rivivificare il rituale di una tradizione fiorentina e di un'esperienza collettiva.
Sperimentazione di stili, identità, culture, tra storia e memoria, nella rilettura originale e contemporanea di Chiara Bersani (L’Animale), Camilla Monga (Swaën) e Collettivo Mine (Living like I know I’m gonna die), originata da un'opera senza tempo: “La morte del cigno”. Il progetto Swans never die vede coinvolti partner nazionali e internazionali in un’ampia rete di coproduzioni e collaborazioni (Teatro Cantiere Florida, 22/09).
La sezione musica del Festival si sviluppa a partire dalla dimensione aperta del Parco delle Cascine, nel cuore del Giardino dell’Istituto Agrario che accoglie le sonorità travolgenti della giovane cantautrice sudafricana di base a Berlino Alice Phoebe Lou, conosciuta in tutto il mondo per la sua voce ipnotica, per un raffinato tessuto sonoro in cui indie e folk si incontrano e per l'approccio contagioso e libero dagli schemi dopo anni “on the road” tra Parigi, Amsterdam e Berlino (3/09); Musiche da danzare: da Aka Moon ad Alain Platel con protagonista il compositore fiammingo Fabrizio Cassol affronta le dinamiche del comporre musica per la danza contemporanea e produzioni multidisciplinari, in un incontro coordinato dalla musicologa Luisa Santacesaria (5/09); la voce potente di Cristina Zavalloni con For the Living - acustico, progetto nato dal sodalizio con il produttore norvegese Jan Bang e restituito in chiave intima e site specific nella produzione firmata Fabbrica Europa che vede in scena la cantante insieme a Simone Graziano al pianoforte, Cristiano Arcelli al sax e Francesco Ponticelli al contrabbasso (8/09); Fonterossa Open Orchestra, diretta dalla contrabbassista Silvia Bolognesi, nella nuova produzione Mingus Mingus Mingus omaggia la musica del grande compositore afroamericano con il coinvolgimento di 35 musicisti da tutto il territorio toscano, in coproduzione con Pisa Jazz (6/09).
Al Teatro Puccini tre proposte internazionali: il trombettista norvegese della scuderia ECM Nils Petter Molvær incontra il percussionista Mino Cinelu, noto per le collaborazioni prestigiose a partire dall'eterno Miles Davis, per un concerto raffinato e trascinante realizzato in coproduzione con Empoli Jazz (13/09); il concerto in solo del “profeta del piano” di origine ucraina Lubomyr Melnyk in cui emerge la capacità di creare un processo sonoro ininterrotto di note che scorrono velocissime per un fluire connesso alla natura, vera ispiratrice della sua arte (15/09); infine il progetto Time-blind nato dalla collaborazione tra la giovane compositrice elettronica Caterina Barbieri e l’artista visivo Ruben Spini che insieme esplorano il senso dell'estasi e il rapporto tra percezione, spazio e tempo. In questo lavoro la ricerca sonora della Barbieri innesca allucinazioni temporali che si fondono con l’indagine visiva di Spini sull’arte sacra e la spiritualità, che scardina il linguaggio del documentario per rileggere in chiave cibernetica il rapporto uomo-natura (18/09).
Le composizioni elettroniche di Caterina Barbieri incontrano anche la danza in lf, If, If, Then di Jacopo Jenna, opera per tre danzatori che ricolloca grammatiche diverse di movimento, tra street dance e pratiche performative contemporanee. A seguire, Evento di e con Jari Boldrini e Giulio Petrucci (PARC, 2-3/10).
Tra danza e musica anche Il segreto di e con la coreografa Luisa Cortesi e il sassofonista Dimitri Grechi Espinoza in un viaggio alla ricerca dell'origine di ogni gesto e di ogni suono (Parco delle Cascine, 4/09).
In Love|Paradisi artificiali di Davide Valrosso energie sottili guidano tre corpi incarnando diverse sembianze di un amore che, nel segno del femminile, genera la propria traccia (Teatro Cantiere Florida, 19/09).
Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi in un flusso di musica e parole, raccontano ed evocano la creazione di una delle pietre miliari del rock italiano, 17 RE. A 35 anni dalla pubblicazione e a 40 dalla formazione dei Litfiba, i due musicisti ci portano nel cuore del secondo capitolo della “trilogia del potere”, per fotografare anche un momento molto particolare della musica indipendente italiana (PARC, 24/09).
Il PARC accoglie le performance di giovani autori: Panimundu di Pietro Pireddu (23/09); Partie Vide di Françoise Parlanti in collaborazione con Eleonora Chiocchini (25-26/09); Between Me and P., lavoro teatrale di Filippo Michelangelo Ceredi, (8 e 9/10).
Dal 20 al 25 settembre per l’Estate Fiorentina, si tiene “90BUSSOTTI. Ascolti e visioni su Sylvano Bussotti” per festeggiare i suoi 90 anni. La rassegna si avvia al PARC con Sylvano Bussotti: il contesto, le scene, un talk in cui Luca Scarlini dialoga con alcuni dei protagonisti della scena culturale in cui l’artista ha agito (20/09).
Dalla collaborazione con Fondazione Architetti Firenze nasce In Between, progetto dedicato alla valorizzazione di Piazza Dallapiccola attraverso un intervento installativo che vede l'apporto creativo di Fabbrica Europa per una indagine e nuova visione sul luogo, nell'ambito di “Paesaggi Comuni 2021” (7/09).
La straordinaria novità del canto di Caruso e la potenza commerciale delle primissime incisioni discografiche, che lo rendono una leggenda vivente in tutto il mondo, sono oggetto dell’esplorazione artistico-coreografica di Caruso-Museo dell’Altrove, lavoro della coreografa Francesca Foscarini e del drammaturgo Cosimo Lopalco che prende forma nella splendida dimora toscana dell’artista (Villa Caruso a Lastra a Signa, 2-3/10).
Omar Rajeh, fondatore di Maqamat Dance di Beirut, è protagonista dell’incontro Il progetto Citerne a Beirut (PARC, 13/10), e della lecture performance tratta da The Odor of Elephants after the Rain, film che documenta le strutture, le strade e le persone che fanno pulsare Beirut, città natale del danzatore/coreografo. Un’immersione nella sua cultura e nei problemi che riguardano la sua gente (Teatro Cantiere Florida, 14/10).
Chiude il Festival Ti sembra giusto adirarti così? di Julie Ann Anzilotti con la collaborazione di Paola Bedoni e Livia Bartolucci di Compagnia XE, del coreografo/danzatore ospite Avi Kaiser, del compositore Steven Brown (Tuxedomoon) e del trombettista Luc Van Lieshout (Teatro Niccolini di San Casciano, 16-17 ottobre).
Il PARC accoglie infine Ad Apta. Spazi virtuali in tempi reali, curato da Giulio Sonno in collaborazione con Fabbrica Europa e sostenuto da Fondazione CR Firenze e OAC-Osservatorio per le Arti Contemporanee, nell’ambito del Bando Arte contemporanea e nuove professionalità in tempo di Covid-19. Il progetto prevede l’attivazione di spazi di relazione tra storia e innovazione tecnologica nel paesaggio immersivo della videoinstallazione Dance Wall (a cura del visual designer Tommaso Arosio) attraverso la presentazione di percorsi di formazione e performance site specific.