Terminato al Galluzzo il grande murale dell’artista di strada argentino realizzato nell'ambito delle celebrazioni dantesche del Comune di Firenze
Street Art per descrivere la vita umana come lotta eterna fra vita e morte, dannazione e salvazione, fra pena e grazia. E, soprattutto, raffigurare quel momento finale nel quale ogni spirito sentirà, come si legge nella Divina Commedia, “quel che in eterno rimbomba”, cioè la sua sentenza definitiva di condanna. È terminato al Galluzzo il 'Giudizio Universale' di Francisco Bosoletti, il grande murale dell’artista di strada argentino che si estende lungo sei facciate delle Case minime, le case popolari di via Corbinelli e strade adiacenti gestite da Casa spa (che ha fornito il suo contributo). L'opera rientra nell'ambito delle celebrazioni dantesche del Comune di Firenze ed è stata inaugurata lunedì 14 giugno.
Sei disegni, a sè stanti, frammentati su muri diversi, a formarne un unico complessivo. Corde invincibili legano i sommersi e i salvati, i corpi nella loro nudità sono indistinguibili, i ruoli possono cambiare, l’azione di vedere costruisce la dignità morale dell’uomo. L’osservatore è allora esortato a ricomporre i pezzi secondo il suo proprio viaggio, così come chi dipinge è arrivato qui compiendo il suo. 'Pigliar gli occhi, per aver la mente', come diceva Alighieri in un canto del Paradiso: l'arte può “prendere gli occhi”, ovvero catturare l'attenzione attraverso sguardo dello spettatore, “per aver la mente” e quindi guidarlo a una riflessione interiore.
Francisco Bosoletti, la cui opera risente particolarmente del barocco napoletano e dell’arte rinascimentale fiorentina, ha realizzato numerosi lavori in tutto il mondo. Tra questi ricordiamo Iside, ai Quartieri Spagnoli di Napoli, ispirato alla statua della Pudicitia di Cappella Sansevero, Cuerdas a Minsk, in Bielorussia, e Desencuentro, a Gand in occasione delle celebrazioni per il restauro del polittico dell’Agnello mistico di Van Eick.