Dal 29 marzo al 21 aprile al Memoriale delle Deportazioni, una mostra sulle persone deportate dall'Italia nel complesso concentrazionario
Il giorno 29 marzo 2024 alle ore 12.30 la Fondazione Museo della Shoah, presso il Memoriale delle Deportazioni, inaugura la mostra “Dall’Italia ad Auschwitz”, a cura di Sara Berger e Marcello Pezzetti.
Questa esposizione descrive la storia di tutte le persone arrestate tra il 1943 e il 1944 nel territorio italiano e deportate nel complesso concentrazionario di Auschwitz-Birkenau.
Si tratta innanzitutto delle persone di origini ebraiche – spesso interi blocchi familiari –, compresi gli ebrei stranieri che negli anni precedenti avevano cercato rifugio nella penisola e gli ebrei che risiedevano nelle isole del Dodecaneso, nella quasi totalità di nazionalità italiana. Ma, grazie alle indagini storiografiche condotte, si è scoperto che la realtà della deportazione “politica” – nella quasi totalità costituita da donne residenti nel territorio dell’Adriatisches Küstenland (Litorale Adriatico) – è ben più consistente rispetto a quella proposta fino ad ora dalla storiografia e che la deportazione ha toccato anche un piccolo numero di rom – dato fino ad oggi sconosciuto –, anch’essi arrestati nell’Adriatisches Küstenland.
L’esposizione si apre con un’introduzione sulla storia di Auschwitz-Birkenau dal 1940 al 1943, ovvero del periodo precedente l’arrivo dei primi prigionieri giunti dall’Italia, per poi proseguire con una sala dedicata ai trasporti, dove appaiono volti e numeri dei deportati di ogni convoglio partito dal territorio italiano.
È messa in luce la specificità della sorte degli ebrei deportati, che rappresentarono la parte più consistente delle vittime, dalla “selezione all’arrivo” all’omicidio sistematico di massa. Viene conseguentemente presentato un focus sul meccanismo e sulle strutture di messa a morte.
Si prosegue quindi con il racconto relativo alla sorte dei prigionieri ebrei e “politici” all’interno del complesso concentrazionario, partendo dalle procedure di immatricolazione (in particolare il tatuaggio, metodo utilizzato solo ad Auschwitz), per arrivare al loro inserimento nel sistema del lavoro schiavo, soprattutto nei vari “sottocampi” dipendenti da Auschwitz III (Monowitz). Ci si sofferma sulle terribili condizioni igienico-sanitarie e, in generale, sulla vita nel campo. Uno sguardo particolare viene dato alla sperimentazione medica e alle “selezioni interne”, procedura omicida a cui furono sottoposti prevalentemente gli ebrei.
Segue, infine, la parte dedicata all’evacuazione del complesso concentrazionario, al trasferimento dei prigionieri ancora in grado di camminare e di lavorare verso i Lager nel Reich e all’abbandono dei cosiddetti “inabili”, in prevalenza ammalati, nelle strutture concentrazionarie locali, dove il 27 gennaio del 1945 giunsero le truppe sovietiche.
Molte novità presenti in questa esposizione sono il frutto di un lavoro di ricerca effettuato per diversi mesi dai curatori insieme ad autorevoli studiosi della Shoah, della deportazione ebraica e della deportazione politica. Per la prima volta gli enti più prestigiosi che si occupano del tema hanno lavorato fianco a fianco, anche in previsione della realizzazione del memoriale italiano che sarà allestito dal Governo italiano nel Blocco 21 di Auschwitz. Si tratta del CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) di Milano – Liliana Picciotto e il suo staff –, della Fondazione Memoria della Deportazione, sempre di Milano, dell’ANED (l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) nazionale, l’ANED di Sesto San Giovanni – Laura Tagliabue – e di Trieste – Dunja Nanut – e del Auschwitz-Birkenau State Museum – Jadwiga Pinderska-Lech –.
Con questa grande mostra è possibile conoscere per la prima volta in maniera completa il “volto” della deportazione in Italia.
La versione della mostra itinerante è stata realizzata dalla Fondazione Museo della Shoah con il contributo dell'UNAR -Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità.
La mostra si avvale del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, dell’UNAR Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità, della Regione Lazio, di Roma Capitale, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della Comunità Ebraica di Roma, dell’Associazione Figli della Shoah, del Comune di Firenze e in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.
Ingresso libero, prenotazione obbligatoria: 055-2768224, info@musefirenze.it
Memoriale delle Deportazioni, Viale Giannotti 81 - 85
Orario: Venerdì, sabato, domenica e lunedì dalle 10 alle 13. La domenica metropolitana anche dalle 15 alle 18