Qui abitava Giulio Forti
Giulio Forti, figlio di Cesare Forti e Fanny Bauer, fratello di mio nonno Gustavo, era nato a Firenze il 13 gennaio 1884. Era sposato con Bianca Donati e padre di Marcella.
È stato arrestato durante il tentativo di fuga in Svizzera il 30 novembre del 1943.
La storia del tentativo di fuga di Giulio è stata resa nota da un sito svizzero che si occupa di ricerche storiche dell’Alto Verbano, Insubrica Historica, che trovò un articolo sul Corriere della Sera dell’epoca, scritto probabilmente per dissuadere altri ebrei a tentare la fuga.
“Forti cerca di passare il confine il 30 novembre 1943 in pieno novilunio, alla non più giovane età per l’epoca di 59 anni. Munitosi della somma necessaria per attraversare, pochi giorni prima si era recato a Pallanza, versando la cospicua somma di 25.000 lire ad un certo Emilio Zanini 40 anni domiciliato a Oggebbio. L’articolo del Corriere della Sera lascia capire che Zanini fungeva da intermediario per l’organizzazione della traversata.
Furono presi anche ulteriori accordi con altre due persone: Gennaro Benedetto, 49 anni di Ghiffa e Pietro Casone, 36 anni di Cannobio, ai quali molto probabilmente Forti versò nuovamente del denaro. Incapace di scalare le montagne da solo, Giulio Forti, si fece infine accompagnare da Giosuè Gallotti, di Cannobio. Entrambi vennero arrestati dalla Guardia di Finanza della RSI al confine di Valmara (Cannobio) con Brissago, Svizzera.
L’indagine della polizia fascista portò immediatamente all’arresto di Pietro Casone, mentre Zanini e Benedetto riuscirono a dileguarsi. Giulio Forti venne invece trattenuto per alcuni giorni a Cannobio e poi portato a Milano.”
È stato trasferito al carcere di San Vittore a Milano e deportato nel campo di sterminio di Auschwitz con il convoglio n. 6 partito il 30 gennaio 1944, lo stesso che trasportava la Senatrice Liliana Segre, allora solamente tredicenne.
Giulio è stato assassinato all’arrivo il 6 febbraio 1944.
La moglie e la figlia Marcella si sono salvate. Marcella non si è sposata e non ha avuto figli.
Gli unici suoi parenti appartengono alla nostra famiglia.
Mia madre Fausta, oggi novantunenne ne ricorda solo il nome, era uno zio che si frequentava raramente durante le visite a Firenze.
Ora, grazie a questa pietra d’inciampo, tutti, anche i distratti passanti sapranno che qui visse Giulio Forti.
Zikhronà livrakhà, che il tuo ricordo sia di benedizione.
(Marco Fiorentino, figlio di Fausta Forti Fiorentino)