Pietre d'inciampo - Via Santa Marta 7

Qui abitavano Sara Plessner Ziegler, Rachele Lindenbaum Plessner, Liliana Ziegler, Jack Ziegler

In omaggio a Sara Ziegler, Rachel Plessner, Liliana Ziegler e Jack Ziegler.
Tutti arrestati l’8 dicembre 1943 a Firenze e poi tragicamente periti ad Auschwitz il 6 febbraio 1944.


Cari presenti,
oggi, per la nostra famiglia per mia sorella e per me, questa cerimonia è fonte non solo di un profondo onore e di un sentimento di gratitudine verso le Autorità e le Associazioni di Firenze, ma anche fa riaffiorare il dolore per la perdita di una sorellastra di sette anni, di un fratellastro di cinque, della loro madre e nonna uccisi ad Auschwitz il 6 febbraio 1944. Oltre a ciò, è doloroso constatare che a distanza di ottant’anni, orrori simili continuano a colpire innocenti, una realtà che mai avremmo immaginato potesse ripetersi. L’indifferenza e, in alcuni casi, la vendetta, rimangono inalterate di fronte a questi crimini rinnovati.
Mi è stato chiesto oggi di evocare i valori umani dei nostri cari scomparsi e i ricordi condivisi con loro. È una sfida ardua, poiché nessuno dei presenti ha avuto la possibilità di conoscere personalmente queste quattro vittime della barbarie del Novecento. Tuttavia, è un compito prezioso, perché mi offre l'opportunità di parlarvi di Joseph Ziegler, padre, marito e genero, unico sopravvissuto a quella tragica deportazione, che ha visto la sua famiglia distrutta da tale atrocità.
Joseph, padre di Liliana e Jack, tornò a Parigi nel 1945, solo, ammalato e distrutto, ma trovò la forza di ricominciare in Egitto, dove avviò un'attività di ferraglie, presto divenuta prospera. Trovò anche la forza di risposarsi con Marguerite, una giovane donna incontrata e sostenuta durante il conflitto, una guerra in cui Joseph aveva lottato come resistente dall’inizio sino alla deportazione. Nel 1948 sposò questa signora che divenne mia madre e quella di mia sorella Arlette, nata dopo di me. Nostro padre era immensamente orgoglioso di aver ricostruito una famiglia e ci ha sempre esortato a testimoniare gli eventi che i nazisti avevano cercato di cancellare.
Non appena abbiamo avuto l'età di comprenderlo, ci ha raccontato molto delle terribili circostanze della guerra, della sua continua resistenza contro i nazisti e della tragica fine della sua prima famiglia, che oggi onoriamo. Questa fine funesta iniziò con l’arresto di tutta la sua prima famiglia a Firenze, la loro detenzione a Milano e la successiva deportazione ad Auschwitz il 30 gennaio 1944, su uno dei grandi convogli del ‘Binario 21' della stazione centrale di Milano. Il loro arresto a Firenze era stato la conseguenza della denuncia del 'resistente’ Ziegler alle autorità tedesche, fatta da un traduttore (traditore) che nostro padre aveva assunto per comunicare meglio con le autorità ecclesiastiche fiorentine, nell'ambito dell'aiuto che questa gente di chiesa dava agli ebrei stranieri bloccati a Firenze. 
Noi ci ricordiamo tra l’altro bene gli incontri annuali estivi all'Arcidiocesi di Lucca, durante molti anni della nostra infanzia, dove nostro padre ci portava perché Monsignore Moneghello ci benedisse, mia sorella e me, lui che aveva conosciuto bene Liliana e Jack. Piccoli, io e mia sorella ci chiedevamo perché questo signore, vestito in modo insolito, piangesse nel vederci. Oggi desideriamo unire il suo ricordo a questa commemorazione, così come quello di Monsignor Da Costa (?). 
La famiglia ricostituita di Joseph Ziegler conta oggi due figli, sette nipoti e ventinove pronipoti. Tutti testimoniano della resilienza e del coraggio di Marguerite e Joseph cosi come della loro volontà di mantenere e viva la memoria della “prima" (famiglia scomparsa. Cari tutti vi ringraziamo di cuore di esservi associati a quella volontà con questa iniziativa commemorativa delle Pietre d’Inciampo che avete così mirabilmente voluto realizzare.

Grazie Mille, grazie di cuore

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