Pietre d'inciampo - Via Arnolfo 4

Qui abitava Tommaso Ciullini, deportato politico

Nasce a Dicomano il 1° marzo 1903, figlio di Angiolo e Carola Falugiani. Il 28 aprile si sposa con Olga Fabbrini e diviene operaio presso la Cartiera Cini, in via Arnolfo. Dunque, si trasferisce andando ad abitare in Borgo La Croce.
Viene arrestato in fabbrica, insieme ai compagni di lavoro Bruno Anichini, Guido Cambi, Carlo Lumini e Cesare Mori, il 7 marzo 1944 dalla Guardia Nazionale Repubblicana (GNR), nell’ambito di una retata dopo gli scioperi del marzo 1944. I titolari della ditta avevano dato ai fascisti i nomi dei migliori operai; vengono arrestate anche numerose donne, tra le quali anche la mamma di Mario Piccioli.
Vengono tutti imprigionati nelle Scuole Leopoldine, in Piazza Santa Maria Novella. Diversamente dagli uomini, le donne verranno tutte rilasciate il giorno dopo.
Ciullini parte dal binario 1 della stazione di Santa Maria Novella di Firenze nel pomeriggio dell’8 marzo 1944, col Trasporto n. 32 e con almeno altri 337 deportati dei quali uno verrà ucciso mentre il treno è fermo nella stazione di Monzuno-Vado, tra Prato e Bologna; al Trasporto verranno aggiunti carri di deportati politici anche a Verona e a Bolzano, tra i quali almeno altri 4 toscani, per un totale di 597 immatricolati, tutti identificati. 
Arriva a Mauthausen la mattina dell’11 marzo 1944. Viene immatricolato col numero 57064 e classificato, col Triangolo Rosso, nella categoria “Schutzhaftlinge”, ossia “deportato per motivi di sicurezza”. Si dichiara operaio, e dopo la quarantena viene trasferito al sottocampo di Ebensee.
Muore ad Ebensee il 6 maggio 1944, a 41 anni, dopo soli 57 giorni di Lager.
 

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