Pietre d'inciampo - Via di Ripoli 124

Qui abitava Cesare Mori

Chi è Cesare è difficile raccontarlo in poche righe.
Cesare è nostro Nonno, che in famiglia è stato presente. Così ce l’hanno fatto sentire da sempre nostra Madre Lilia Mori e nostra Nonna Antonietta Da Caprile, sua moglie.
Si erano conosciuti adolescenti nella cartiera di Via Arnolfo a Firenze, dove lavoravano come operai addetti principalmente alla rilegatura dei libri. Libri che quando destinati alla macerazione, gli era permesso di prendere ed è così, che da autodidatta e con l’aiuto successivo di sua figlia in età scolare migliorò la sua scrittura, lettura e soprattutto la matematica, aprendo così la sua mente sempre di più negli anni.
Il suo pensiero politico era di libertà, uguaglianza, giustizia sociale e negli anni entrò a far parte di quello che oggi si chiama “consiglio di fabbrica “della cartiera per rappresentare i lavoratori.
La deportazione è legata ai suoi principi comuni a tanti altri uomini e donne, che si sono ribellati, in quegli anni, che nella nostra famiglia sia paterna che materna sono stati molti ed anche in quelle
allargate, che oggi sono le nostre.
Il giorno della deportazione, marzo 1944 con lui portarono via anche Nonna rilasciata dopo la schedatura alla stazione di Rifredi; si salutarono per l’ultima volta alle Leopoldine in piazza Santa Maria Novella dove lui le dette le chiavi di casa e le disse: “…prendi altrimenti tu e Lilia siete fuori casa (…questa casa) poi ci ritroviamo…” non si sono più ritrovati.
Portato al campo di lavori di Mauthausen dove è sopravvissuto sei mesi canonici, previsti dai protocolli nazisti. Le notizie avute dall’unico superstite tornato furono, che aveva trovato il modo di alzare le tavole del carro bestiame per tentare la fuga, ma lo fecero desistere gli altri che erano con lui. Nel campo di sterminio lavorava nelle cave e successivamente si erano incontrati in quello che i nazisti definivano “ospedale” dove somministravano veleni, con lo scopo di risollevare fisicamente i deportati, facendo gli esperimenti più terribili.
Nonna e Mamma fino a quando non hanno ricevuto il telegramma dal ministero, che ufficializzò la morte essendo stato registrato come deceduto nei libri del campo di sterminio, vissero con la speranza che potesse ritornare a casa, ed è il motivo per cui questa casa è importante per noi anche, se sono solo dei mattoni, ma che hanno una storia familiare profonda ed oggi 13 gennaio 2023 finalmente CESARE è ritornato a casa. Nostra Madre che aveva con noi fatto la richiesta per la pietra di inciampo, purtroppo il 29 settembre 2022 è volata via, ma ovunque sia insieme a tutti i nostri amati festeggerà il ritorno di CESARE suo amatissimo Padre.
Concludiamo, che è nostro dovere civile ricordare sempre il sacrificio di tutti i deportati e non, che hanno combattuto per la LIBERTA’, UGUAGLIANZA e PACE nel mondo e del mondo consapevoli di mettere in gioco la loro stessa vita, e questa non è retorica è la vita reale. Con tutto il nostro cuore………

(Caterina e Mery Cappelli)

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