Qui abitava Diodato Gastone Sadun

Diodato Gastone Sadun nacque a Firenze il 30 marzo 1902, ultimo figlio di Diodato e Bettina Camerino, in circostanze tragiche: mentre la madre Bettina era in sua attesa venne a mancare il padre Diodato stroncato da un’emorragia cerebrale. La sua breve vita iniziò quindi in maniera tragica e purtroppo si concluse ancor più tragicamente.
Si sposò a Venezia nel 1933. I nipoti ricordano con affetto il matrimonio ed il rinfresco nella città “dei motoscafi e dei piccioni”. Purtroppo il matrimonio durò molto poco e Diodato Gastone torna a vivere a Firenze. Lavorò presso la ditta Leone Camerino (zio materno) in Via dell’Oche, 11.
Ricordato per la sua dolcezza e la sua bontà d’animo, nei giorni dopo la retata del 6 novembre del 43, si rifugiò nelle campagne intorno a Firenze (Leccio, Calenzano), assieme alla famiglia del fratello Angiolo, per preparare la fuga verso la Svizzera. Il 13 dicembre del ’43, si recò in ditta a Firenze in via dell’Oche 11 insieme al giovane nipote Sergio (figlio del fratello). Quasi certamente ci fu una spiata: apparve il famigerato Martelloni, nominato commissario agli affari ebraici, che per poche lire di premio si portò via la sua vittima. Il giovane nipote Sergio fu fortunosamente tenuto nascosto tra gli scaffali, sembra che qualcuno abbia detto al Martelloni che poteva accontentarsi: “per quel giorno ne bastava uno”!
Diodato Gastone viene trasferito nel carcere di Milano pochi giorni dopo il suo arresto a Firenze, deportato ad Auschwitz il 30 gennaio del ’44. Dopo 4 mesi fu mandato a lavorare a Iannina in una miniera di carbone e dopo altri circa 4 mesi ritornò ad Auschwitz. Fu assassinato ad Auschwitz il 31 ottobre del ’44.
Fonti: Queste note sono basate In gran parte su uno scritto di Franco Sadun “La storia della mia famiglia”, in parte da un carteggio ritrovato in casa di Manuela Sadun, e, per quanto riguarda i dati da L.Picciotto Fargion “Il Libro della Memoria”, Milano, 1991.