Pietre d'inciampo - Viale dei Mille 140

Qui abitava Aldo Campagnano

Aldo aveva 34 anni quando è stato catturato e deportato in Polonia, dove è stato registrato come prigioniero numero 174481.
Sappiamo poco di lui perché in famiglia si preferiva non parlarne. Era un ragazzo molto distinto, celibe, legato alle sue sorelle e lavorava in una sartoria.
Molti anni dopo però, a seguito di diverse ricerche presso il CDEC e il Museo presente oggi nel campo di Auschwitz-Birkenau, siamo venuti a conoscenza di qualche dettaglio in più. Sappiamo che prima di quel 3 febbraio 1944, data del suo arresto, Aldo era nascosto presso la casa del suo maestro-sarto quando fu tradito da un conoscente che lo attirò con la scusa di rendergli dei soldi. Più o meno a questa altezza in viale dei Mille, quel giorno fu consegnato ai suoi aguzzini. Nel biglietto che Aldo riuscì a far recapitare a sua sorella Marcella dal carro bestiame in quel momento in sosta alla stazione di Campo di Marte, chiede di andare a prendere i suoi vestiti e le sigarette, ignaro del viaggio e della destinazione che avrebbe raggiunto, e soprattutto un po' d'acqua.
Grazie alle informazioni che abbiamo oggi, sappiamo che Aldo è stato in ben tre campi di sterminio all'interno del complesso di Auschwitz: Monowitz, dove è arrivato e dove ha lavorato nella Buna, la fabbrica di gomma che in realtà non è mai entrata in funzione, Birkenau, dove è stato trasferito a seguito di un periodo di degenza nell'ospedale del campo, e infine Gleiwitz dove è morto.
Oggi, con il posizionamento di questa pietra sul punto in cui esattamente 80 anni fa ha smesso di essere un uomo libero, seppur simbolicamente lo riportiamo a casa.

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