Qui abitavano Giuseppe Ferro, Ugo Ferro e Giuseppina Cassuto

Albertina Cassuto Ferro era una cugina dei miei nonni.
Fu deportata con il marito Giuseppe Ferro e i suoi tre figli Mario, Anna e Ugo sembra a seguito di una spiata. Naturalmente la mia conoscenza è data dai racconti di mia nonna e dalla famiglia di Albertina che è sopravvissuta dopo la guerra. Albertina aveva due fratelli e due sorelle Renato, Bruno, Iolanda e Paola (cara amica della mia mamma).
Nella mia infanzia e nell'adolescenza ho frequentato molto Paola sposata con Giulio (figlio del Rav Ugo Massiach) e suo figlio Ruben mio compagno di tanti giochi.
Purtroppo, di quella famiglia non è rimasto più nessuno che possa testimoniare.
La vita ha riservato loro brutti destini.
Credo che la posa di queste pietre d'inciampo e questo mio piccolo ricordo siano omaggio alla loro memoria.
(Patrizia Valobra Perroni)
Non ho memoria di quando sia stata la prima volta in cui ho incontrato Ugo.
Io sono venuta al mondo quando lui, da questo mondo, era stato strappato da 15 anni, ma la sua presenza costante e affettuosa mi è sempre stata vicina, attraverso i racconti e i ricordi di mio padre per il quale il dolore negli anni è rimasto immutato.
Immutato come lo stretto legame che lo univa all’amico migliore, al compagno conosciuto sui banchi della scuola elementare.
Ugo era buono e leale, come sanno esserlo i ragazzi cresciuti in famiglie dove l’amore, il rispetto e l’onestà vengono prima di ogni altra cosa.
Ugo, così come i suoi familiari e come tantissimi altri, non ha potuto salvarsi da quella furia che è poco definire folle.
Queste pietre faranno sì che la loro memoria resti sempre viva.
(Francesca Tedeschi)