Pietre d'inciampo - Via Fiume 17

Qui abitava Giulio Cesare Forti

Giulio Cesare Forti era figlio di Umberto Forti, fratello di mio nonno Gustavo e di Olga Ravenna. Fratello di Wanda e di Sergio, giornalista della Nazione, è stato l’unico deportato della sua famiglia. 
Era nato a Firenze il 12 ottobre 1910, è stato arrestato a Vicchio il 12 marzo 1944, incarcerato a Firenze e trasferito a Fossoli, da qui partito con il convoglio numero 13 il 26 giugno 1944 e probabilmente assassinato ad Auschwitz all’arrivo il 30 giugno 1944 stesso. 
Purtroppo, ho poche notizie su di lui perché non rimane più nessuno della sua famiglia. I suoi fratelli non si sono sposati e sono mancati senza discendenti una ventina di anni fa.
Il padre Umberto veniva da una famiglia di antiquari e di commercianti di mobili e aveva un negozio di antiquario e di arredamento in stile in Lungarno nei dintorni di Santa Maria Novella.
La madre era originaria di Ferrara: della sua famiglia non rimane più nessuno perché i suoi due fratelli, Giuli e Rino Lazzaro sono deceduti a causa delle persecuzioni durante la permanenza nel campo di Fossoli.
Mia madre, l’unica cugina vivente, nata nel 1932, che era bambina prima delle leggi razziali e ne ha solo un vaghissimo ricordo. Quando le ho parlato di Giulio Cesare, non ne ha riconosciuto il nome, ma quando le ho aggiunto che era il figlio deportato dello zio Umberto, si è ricordata di lui con il nome di Giulino, diminutivo di uso comune in famiglia, come mi ha ricordato anche Carlo Santarlaschi che ha frequentato casa Forti, forse per distinguerlo dallo zio Giulio Forti. 
Ora, grazie a questa pietra d’inciampo, tutti sapranno che qui visse Giulio Cesare Forti.
Ciao, Giulino, e zikhronà livrakhà, che il tuo ricordo sia di benedizione.

(Marco Fiorentino, figlio di Fausta Forti Fiorentino)

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