Pietre d'inciampo - Via Capo di Mondo 8

Qui abitava Dillio Cinelli

Nato il 3 febbraio 1891 a Siena, è sposato con Corradina Francini. Ferroviere, comunista, è attivo nell’immediato dopoguerra e nel 1923 viene licenziato per “motivi politici”. Viene schedato nel Casellario Politico Centrale (CPC) e nel mirino fascista a Siena, si trasferisce a Firenze dove gli muore la moglie.
È meccanico alle Officine Galileo, ma viene nuovamente licenziato in quanto non vuole la tessera del P.N.F. Diventa proprietario di una lavanderia, ma non cessa la sua attività antifascista, così l’11 marzo 1937 viene arrestato per “propaganda comunista” e il 3 maggio viene condannato dalla Commissione Provinciale di Firenze a quattro anni di confino alle isole Tremiti; viene liberato condizionalmente nel Natale dello stesso anno per un’avvenuta amnistia.
Continua comunque l’attività antifascista, ed è nuovamente in clandestinità: conosce Emma Frassineti, ma non la può sposare perché ricercato; il 10 marzo 1939 dal loro amore nasce il figlio Corrado al quale non può dare il suo nome in quanto latitante.  Riesce a sposare Emma il 22 settembre 1941, ma non può ancora dare il proprio nome a Corrado perché, ovviamente, non si può presentare in Comune da ricercato.

La sera del 21 febbraio 1944 viene arrestato nella propria abitazione di via Capo di Mondo n. 8, dalla Banda Carità, mentre è a cena con la famiglia, rientrato per far visita al figlio Corrado appena tornato dall’ospedale dopo una grave e lunga malattia e che, al momento dell’irruzione dei fascisti, stava tenendo in collo “imboccandolo”. Verrà detenuto prima a Villa Triste e quindi trasferito nel Carcere delle Murate. I repubblichini perquisiranno sia l’abitazione che la lavanderia che gestiva la moglie, e qui Emma, con intuito e presenza di spirito, riesce a nascondere in una cesta di panni sporchi un’agendina che aveva visto nascondere dal marito qualche giorno prima dietro ai contatori dell’energia elettrica della bottega: i militi rovisteranno anche dietro ai contatori, ma non fra i panni sporchi
La mattina dell’8 marzo, due giorni prima del quinto compleanno del figlio Corrado, viene prelevato con gli altri detenuti politici del carcere fiorentino e messo, con gli arrestati in occasione degli scioperi dei primi giorni di marzo, sul treno diretto a Mauthausen in partenza dal binario 1 di Santa Maria Novella nel tardo pomeriggio
Il trasporto arriva a Mauthausen la mattina dell’11 marzo 1944: viene immatricolato col numero 57058 e classificato, con il Triangolo Rosso di Schutzhaftlinge (deportato per motivi di sicurezza). Si dichiara meccanico e per questo, dopo la quarantena, viene trasferito a Gusen, sottocampo di Mauthausen, con almeno altri 53 toscani del Trasporto, tra i quali i compagni delle Murate Luigi Leporatti, Ottorino Taddei e Archimede Piani, e i fiorentini Giuseppe Bagnoli, Giorgio Biagiotti, Omero Degl’Innocenti, Guido Giovannoni, Dino Mangini, Narciso Niccolai e Concezio Cieri nato a Bari ma, come lui, residente da anni in città. Muore a Gusen il 15 aprile 1945, a 54 anni, dopo 401 giorni di Lager.

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