Senza tempo

Fino al 14 luglio a Villa Bardini in mostra per la prima volta a Firenze le opere fotografiche del maestro Mimmo Jodice

Mimmo Jodice. Senza tempo, a cura di Roberto Koch, promossa da Fondazione CR Firenze e Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, la seconda tappa dopo Lisetta Carmi del progetto “La grande fotografia italiana” di Gallerie d’Italia che omaggia i grandi fotografi del Novecento del nostro Paese. A Firenze la mostra si arricchisce di una nuova sezione dedicata alle immagini delle opere fiorentine di Michelangelo Buonarroti, che escono dagli archivi del grande fotografo dopo trent’anni. Accompagna poi l’esposizione un documentario sulla vita dell’artista, realizzato dal regista e autore Mario Martone, suo amico e concittadino.

La produzione artistica di Mimmo Jodice, unica nel panorama internazionale, ha la capacità di scavalcare ogni contingenza temporale, abbandonando la logica del consumo rapido delle immagini. Un tempo lungo fatto di profonda comprensione, contemplazione e meditazione della realtà rappresentata. L’artista instaura una profonda sintonia con le immagini, che sono spesso frutto di un’elaborazione sperimentale in camera oscura. Opere che sono espressione di processi e tecniche che propongono un irripetibile codice artistico, frutto di esperienze, viaggi e visioni.

Sono esposte 80 opere, realizzate tra il 1964 e il 2011, che ripercorrono i più importanti temi del lavoro artistico di Mimmo Jodice, suddivisi nelle sezioni Anamnesi, Linguaggi, Vedute di Napoli, Città, Natura, Mari. Dalla sequenza di volti statuari e mosaici antichi, realizzati per l’architetto Gae Aulenti per la stazione Museo della metropolitana di Napoli, alle sperimentazioni in camera oscura degli anni Sessanta dove le regole del linguaggio fotografico vengono stravolte superando e forzando i limiti dello stesso. Nella sezione delle Vedute di Napoli si ritrova, invece, tutta l’inquietudine dell’artista, panorami indecifrabili ed enigmatici in un tempo rarefatto e sospeso, fatto di vuoti e di assenze. L’indagine sulla sua città è solo un punto di partenza che allena il suo sguardo per attraversare in futuro altri paesaggi urbani come Boston, Parigi, San Paolo, Roma, Milano, Tokyo. Una ricerca del vuoto per rispondere alla sua incapacità di accettare il caos e la follia dove, nell’escludere ogni rumore, lui trova una nuova dimensione personale e metafisica.

A questo racconto si contrappone la Natura di Mimmo Jodice. Questa è aggressiva e poco accogliente, provocando nello spettatore un sentimento di disagio che lo costringe a guardare il mondo che ci circonda in un modo nuovo. Infine, il Mare dove il tempo di Jodice sembra fermarsi definitivamente. Jodice passa ore a guardarlo rintracciando nella sua piatta apparenza, nel movimento circolare delle onde che si infrangono sulla riva, nella ripetitività dei gesti naturali, la dimensione dell’assoluto.

Nel documentario di Mario Martone, il regista ci accompagna alla scoperta della vita dell’artista nato a Napoli nel 1934. I due si conoscono da tempo, il video si presenta come un’ulteriore occasione per raccogliere le sue riflessioni sulla fotografia.

Per maggiori informazioni: www.villabardini.it 

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