Il 22 ottobre al Teatro Verdi, la stagione musicale dell’ORT si apre con Diego Ceretta, direttore principale al suo terzo anno con l’orchestra
Ancora una volta il direttore artistico Daniele Spini guida il profilo musicale della stagione, con Diego Ceretta che dirigerà cinque programmi, più il Concerto di Capodanno (fuori abbonamento), dimostrando la sua capacità di unire intensità espressiva e visione d’insieme. Accanto alla continuità rappresentata da Ceretta, il cartellone 2025/2026 presenta un’ampia apertura verso nuove figure direttoriali e solisti emergenti, molti dei quali già affermati a livello internazionale.
Tra i solisti ospiti ascolteremo per la prima volta con l’ORT al flauto Silvia Careddu, al pianoforte Martina Consonni e Marie-Ange Nguci, al violoncello Jeremias Fliedl e Alexey Stadler, al violino Elly Suh e Simon Zhu (vincitore del Concorso Paganini 2024); dal podio debuttano invece Balázs Kocsár, Glass Marcano, Roberto Molinelli e Min Gyu Song. Grandi ritorni segnati dalla presenza del violoncellista Ettore Pagano, dal clarinettista Kevin Spagnolo e del violinista Kerson Leong applaudito nella scorsa stagione; e poi ancora Umberto Clerici, Hossein Pishkar e Emmanuel Tjekanovian, oggi direttore musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano. Protagonisti infine due prime parti dell’orchestra, Emilio Checchini clarinetto e Umberto Codecà fagotto.
Non mancheranno momenti festosi come il Concerto di Carnevale, tra tango, opera e ritmi sudamericani e la musica contemporanea con due nuove commissioni ORT, affidate ai compositori Matteo Rubini e Paolo Catenaccio.
La 45ª stagione dell’ORT si apre con Diego Ceretta, direttore principale al suo terzo anno con l’orchestra. In programma tre modi diversi di raccontare la forma orchestrale: un’ouverture tesa e compatta, un restauro sonoro firmato Berio e una sinfonia festosa ma densa di riflessione.
Si comincia con la Concert Ouverture in sol maggiore di Luigi Cherubini, scritta nel 1815 per la Philharmonic Society di Londra. Musica lucida, vibrante, dal passo drammatico, in bilico tra classico e romantico.
Al centro del programma Rendering, nato nel 1989 quando Luciano Berio riassemblò frammenti di una sinfonia lasciata incompiuta da Schubert. Berio non finge di completarla: evidenzia le lacune, intervenendo con materiali propri, diafani, come calce su un affresco. Ne risulta una partitura in equilibrio tra passato e presente, memoria e invenzione. Il suo ritorno all’ORT — nell’anno del centenario — ha un significato che va oltre la scelta musicale.
Chiude la Sinfonia ‘Renana’ di Robert Schumann: un viaggio tra slancio e cerimonia, con il quarto movimento ispirato alla cattedrale di Colonia. Un omaggio alla forza ideale del paesaggio romantico.
Biglietti in vendita online su Ticketone.it, nei punti vendita del Circuito Ticketone e alla Biglietteria del Teatro Verdi (tel. 055 212320
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