La Biblioteca delle Oblate apre un cantiere di incontri sulle vie per arrivare alla Pace. Primi appuntamenti l’11 e il 13 dicembre
La Biblioteca delle Oblate sceglie di aprire “Il coraggio della nonviolenza”, un cantiere di approfondimento, di incontri e di ricerca, che prende spunto da “Le vie per fare la pace. Riflessioni e proposte scaturite dall’incontro tenutosi presso la Basilica di Santa Maria in Cosmedin, a Roma il 24 febbraio 2024”.
I primi appuntamenti saranno l’11 dicembre, presso la Sala conferenze Sibilla Aleramo, h. 9.00-13.00, con il convegno “Culture e religioni in dialogo in un’epoca di conflitti: parole di pace e di inclusione per le giovani generazioni”, mentre il secondo avrà luogo il 13 dicembre presso la Sala storica Dino Campana, alle 18.00, con la presentazione del libro "La guerra è finita Psicopatologia della guerra e sviluppo delle competenze mentali della pace" a cura di Diego Miscioscia, psicologo e psicoterapeuta.
La necessità e la progettazione di questo cantiere scaturiscono dalla consapevolezza che, nonostante gli orrori ancora presenti nella memoria collettiva dei due conflitti mondiali, nel 2024 si contano 56 conflitti sul pianeta (dati dal Global peace index), in una sorta di Guerra mondiale a pezzi che si consuma contemporaneamente su più scenari geopolitici.
L’obiettivo è però quello di sottrarci all’orizzonte limitato di un pacifismo astratto, tanto inefficace quanto potenzialmente esposto al rischio di strumentalizzazioni da parte di chi opera per dimostrare l’ineluttabilità delle guerre.
“Oggi fare pace è altrettanto costoso di fare guerra, dobbiamo avere il coraggio di capirlo”, così padre Alex Zanotelli, tra coloro che non si risparmiano per la risoluzione dei conflitti. La pace è dunque dispendiosa, non solo in una accezione economica, ma in quanto obiettivo che richiede al tempo stesso cura e energia, profondità di pensiero e capacità di disinnescare stratificati reticolati di bugie e mistificazioni.
Perché i conflitti sono spacciati come inevitabili, le vite umane annichilite, e la scena pubblica è concepita come un luogo in cui iniettare un linguaggio disumanizzante che delegittima il diritto di esistere dell’altro. Questo perché la prima vittima delle guerre nel mondo è la verità.
Scopri di seguito il programma completo dei due eventi.