If the wind blows

Fino al 18 marzo c'è tempo per rispondere alla call di Mariko Hori che invita a riflettere sul significato di questo momento

Sebbene chiuso al pubblico, tra le mura antiche di Murate Art District continua ad esserci fermento. Prova ne sono le iniziative che vengono proposte e che promuovono una nuova forma di fruizione della cultura.

C’è tempo fino al 18 marzo per partecipare alla call dell’artista Mariko Hori dal titolo If the wind blows. Il titolo del progetto, a cura di Renata Summo, parte dal proverbio giapponese “If the wind blows, the barrel makers prosper” ovvero “Quando il vento soffia i bottai si arricchiscono”, ovvero ogni evento può portare con sé effetti inattesi. Ma perché il vento farebbe arricchire i produttori di botti? Quando il vento soffia, la polvere va negli occhi della gente. Se la polvere va negli occhi, alcuni potrebbero diventare ciechi. La tradizionale occupazione per un cieco nell’antico Giappone era il musico e cantastorie ambulante suonando lo shamisen, uno strumento musicale a tre corde. Quindi più ciechi comprerebbero più shamisen. La pelle usata per creare questo strumento è spesso di gatto. Quindi se il numero di ciechi aumentasse, più gatti verrebbero uccisi per ottenerne la pelle. Se molti gatti vengono uccisi ci saranno molti topi. Se i topi aumentano, la popolazione dovrà tenere il proprio riso al sicuro, ben chiuso in barili di legno. Quindi molte persone dovranno ordinare molti barili. E i produttori di barili si arricchiranno proprio grazie al “soffio di vento”.

Chi vuole può partecipare alla call, completando a proprio piacimento la frase “Se il vento soffia…”, con la propria storia alternativa e inviandola a korimariho@me.com o al profilo Instagram @korimariho. La suggestioni narrative raccolte confluiranno nell’installazione che verrà realizzata durante un periodo di residenza che l’artista trascorrerà a MAD a giugno di quest’anno.

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