Presentazione del libro di Andrea Pellegrini "La rara felicità. Ungaretti in trincea" (Castelvecchi, 2024)

Istanti, brevi illuminanti ritratti di Ungaretti soldato. Rubati, colti di sguincio, come squarci sulla vita non vita di un semplice fante, perduto in mezzo agli altri nell’onda rovinosa della Grande Guerra - Fiume Isonzo, 1916.

Un fante cui bastano lapis e sigaretta per stare altrove.

Un fante che non smette di scrivere dovunque “Sul retro dei telegrammi. Sui margini dei giornali. Sul bianco delle missive ricevute da chissà dove”. E che tutto conserva nel suo inseparabile tascapane. Mentre germogli irreprimibili di poesia gli si schiudono in petto, anche dove le mine fanno sbriciolare i corpi, anche nel fango delle trincee.

A scrutarlo, a raccoglierne sguardi e pensieri, bagliori di confidenze e versi sul punto di venire alla luce, è don Carmine, cappellano di reggimento, compagno e custode di memorie da salvare dall’oblio degli anni - anche con l’ausilio di un registratore - quando l’amico Giuseppe è ormai il grande poeta che insieme a Rossellini riceve il premio Roma in Campidoglio.

Con uno stile cesellato e con elevata sensibilità filologica, il romanzo “La rara felicità” di Andrea Pellegrini muove da queste suggestioni e da una serie corposa di scritti e documenti, compresi “Il diario di guerra di Don Carmine Cortese 1916 -1917”, nonché le lettere, i mémoires e gli articoli giornalistici ungarettiani fino a “Il porto sepolto”, esito di quell’attraversamento esistenziale.

Il titolo è invece un verso tratto dalla sua poesia “I fiumi”, dove Ungaretti abbraccia il corso poetico del Nilo, presso cui era nato, ad Alessandria d’Egitto, della Senna e dei luoghi della sua formazione culturale, fino quindi all’Isonzo (“e qui meglio/mi sono riconosciuto/una docile fibra dell’universo”), mentre don Carmine, specchiandosi nel furore intellettuale dell’amico, vive con tormento la propria fede, risuona in segreto della stessa passione amorosa, si interroga sull’eclissi dell’umano. In filigrana l’oscura insensatezza della guerra di allora e di quelle di adesso.

Interviene: Marino Biondi (Università di Firenze)
Sarà presente l’autore

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni telefonare al numero 055 2616512 oppure scrivere all'indirizzo bibliotecadelleoblate@comune.fi.it

L'iniziativa si terrà nella Sala storica Dino Campana

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