Romanzi nel tempo: "Niente di nuovo sul fronte occidentale" di Eric Maria Remarque.

Un ciclo di incontri dedicati al romanzo e alla sua importanza come documento storico.

Lo storico è, principalmente, un ricercatore. Di cosa? Di fonti. Ovvero di informazioni che gli permettono di fare luce sull’oggetto della sua ricerca. Che interessino un personaggio, una regione, una nazione, un’epoca è indifferente. La cosa fondamentale è individuare i documenti e le informazioni utili a portare a termine lo studio che ha deciso di intraprendere. Nel fare il suo mestiere interagisce con molti professionisti, tutti importanti ai fini della sua attività. Ha bisogno dell’archeologo come del paleografo, chiede consiglio al geografo come al cartografo, si confronta con il medico come con il botanico. Ha, addirittura, bisogno del romanziere.

E perché proprio di un romanziere? Perché il romanziere ha la capacità di trasformare la sua opera in un documento storico. Ma come? Semplicemente creando una vicenda i cui protagonisti vivono secondo gli usi e i costumi, il modo di pensare e di agire, le speranze e le paure, i sogni e gli incubi di una epoca che lo stesso autore ha vissuto o ha conosciuto direttamente. In sostanza, nel raccontare, il romanziere fornisce allo storico ulteriori elementi per affinare la sua ricerca e per ricostruire una storia di donne e uomini passati.

Quinto appuntamento:
- Mercoledì 19 febbraio 2025, ore 17.00: "Niente di nuovo sul fronte occidentale" di Eric Maria Remarque.
Ne parliamo con Francesco Cutolo, Università di Firenze.

Prossimo incontro:
- Mercoledì 26 febbraio 2025, ore 17.00: "Piccole donne", di Louise Mary Alcott.
Ne parliamo con Eleonora Faricelli, Università La Sapienza di Roma.

In collaborazione col Dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze.

Per informazioni telefonare allo 055710834 o scrivere a bibliotecanovaisolotto@comune.fi.it

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