Lucia Festival. Storie audio da tutto il mondo

Anche quest'anno i lavori audio di Lucia Festival disponibili per l'ascolto online sul portale DigiToscana MediaLibraryOnline

Dal 10 al 12 dicembre a Firenze torna Lucia Festival. Storie audio da tutto il mondoil Festival internazionale dedicato all'ascolto di opere radiofoniche e di podcast. Giunto alla terza edizione, il festival presenta narrazioni audio provenienti da tutto il mondo e lo fa grazie alla produzione curata di video di sottotitolazione, che rendono i contenuti accessibili a tutti.

Oltre alle sessioni di ascolto, Lucia è anche un calendario di performance live e incontri con autori e audio maker.

Grazie alla collaborazione con il sistema documentario SDIAF,  i lavori audio di Lucia Festival saranno disponibili, per l'ascolto online, durante e dopo il festival, sul portale DigiToscana MediaLibraryOnline la biblioteca digitale toscana ad accesso libero - per gli utenti di tutte le reti bibliotecarie della Toscana.

Lucia Festival è curato da Radio Papesse e promosso in collaborazione con Fondazione Diaristica Nazionale Pieve Santo Stefano, Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max-Planck-Institut, Università degli Studi di Firenze e Sistema Museale di Ateneo, SRISA The Recovery Plan, The Stellar, Villa Romana.

Con il contributo di: Fondazione CR Firenze, European Cultural Foundation, Kingdom of the Netherland, Città Metropolitana di Firenze.
Con il patrocinio di: Regione Toscana
e Comune di Firenze. Partner: Oorzaken Festival, RAI Radio 3, Radio Techetè, Radio Atlas, MLOL, SDIAF.
 

Di seguito la lista dei lavori che saranno a disposizione su DigiToscana MediaLibraryOnline:

Meteor Bodies //  di Kate Donovan 
lingua: inglese 
anno: 2021
durata: 16'

Lavoro prodotto con la guida di Katharina Smets, nell’ambito del programma di mentorship YASS!

Nel 1954, in Alabama, una donna riposa in salotto. La sveglia all’improvviso un meteorite che, dopo aver sfondato il tetto e rimbalzato sull’apparecchio radiofonico che le sta affianco, la colpisce in pieno, sulla pancia. In Meteor Bodies, il racconto di questa famosa vicenda s’intreccia con riflessioni più ampie sulla cura, sul sentirsi protetti, sui sogni, mentre in filigrana ci si chiede: cosa c’è in comune tra noi e queste rocce spaziali che sfrecciano nell’universo?
Meteor Bodies è una sognante ruminazione pomeridiana sui corpi celesti, atmosferici e umani.
Kate Donovan è una radio-artista e ricercatrice di base a Berlino. Il suo lavoro si occupa di radio in senso elementare, in termini di trasmissione e interconnessione, ma anche di disturbo e interferenza. È attivamente coinvolta in Archipel Stations Community Radio, CoLaboRadio/Free Radios Berlin Brandenburg, Datscha Radio Berlin e Shortwave Collective. Fa parte del gruppo di ricerca SENSING. The Knowledge of Sensitive Media alla ZeM/Potsdam University con un progetto intitolato More-than-human Radio Ecologies. Collabora con Monaí de Paula Antunes al progetto di ricerca artistica Radio Otherwise.

Vagues de chaleur // di Charo Calvo
lingua: francese
anno: 2021
durata: 55'

Phalena, una creatura del futuro e membro di una civiltà sotterranea, scopre un documentario sonoro del 2020. È sorpresa di sentire delle donne che parlano di menopausa, gravidanza, amore, ecofemminismo, cambiamento climatico... Ispirata da loro, decide di registrare un messaggio per la superficie. "Se esistete, mi sentirete attraverso la fessura, il geyser" ...
Charo Calvo è una compositrice elettroacustica spagnola, sound designer e docente di base a Bruxelles. Dopo essersi esibita come ballerina con la compagnia di danza belga Ultima Vez, ha iniziato i suoi studi di composizione elettroacustica nel 1992 con Annette Vande Gorne al Conservatorio di Bruxelles (ora ARTS2 Mons).  Il suo lavoro come compositrice si è sviluppato attraverso diversi media - performance, danza, teatro, cinema e radio - ed è stato ampiamente presentato a livello internazionale. Charo Calvo è stata ospite del DAAD Berliner Künstlerprogramm tra il 2017 e il 2018.

A walk thorugh my Cucu's farm // di Nyokabi Kariũki
lingua: Kiswahili, Kikuyu
anno: 2021
durata: 3’42’’

Lo scorso Natale Nyokabi Kariuki è tornata in Kenya, a Githũnguri, a trovare sua nonna - Cũcũ nella lingua kikuyu. Una visita particolarmente significativa se si pensa all’impatto della pandemia sulle nostre vite e alla fragilità di molte persone ad essa esposte. Camminando intorno alla fattoria di sua nonna, Nyokabi si è trovata a prestare più attenzione: alla terra, al suono delle sue lingue - il kiswahili e il Kikuyu - ai fiori, ai frutti, alle foglie, agli uccelli, alle mucche. “Sembrava che lo spazio tra ogni albero di avocado, la quiete tra le nostre conversazioni, i suoni della natura, mi stessero insegnando a godermi questi piccoli momenti con la famiglia”.
Nel pezzo, registrazioni prese a caso dalla giornata si intrecciano l'una con l'altra, e melodie musicali imitano l'ambiente - dal sole caldo, al richiamo degli uccelli. Poi, recito una poesia che ho scritto subito dopo la visita che dice, in Kiswahili: 'Sto imparando, lentamente'.

Nyokabi Kariũki è una compositrice keniota che vive tra il Kenya e gli Stati Uniti. Il suo suono è in continua evoluzione e spazia dalla musica classica contemporanea/sperimentale al cinema, dalla sound art alle tradizioni musicali dell'Africa orientale. Si esibisce come pianista, cantante e con repertori dedicati a strumenti del continente africano - in particolare la mbira e il djembe.

Nel 2021, all’ Hearsay International Audio Festival, ha ricevuto l’ Hearsay 'Art' Award; in passato ha ricevuto commissioni dal Brooklyn Youth Chorus Men's Ensemble, ha composto per Chromic, Third Coast Percussion, e altri. Nyokabi continua a esplorare il suono come strumento per riscoprire le storie della sua cultura e contribuire alla conservazione delle storie africane.

A stork story // di Jasmina Al-Quasi
lingua: inglese, rumeno, spagnolo
anno: 2021
durata: 55’

Lavoro prodotto con la guida di Alessandra Eramo, nell’ambito del programma di mentorship YASS!
Alla ricerca del personaggio principale di una storia di fantascienza e nel tentativo di cambiare il mondo, Jasmina Al Quasi ha studiato il comportamento delle cicogne. Attraverso conoscenze empiriche ed esperienze personali, miti e deliri privati, ha costruito una storia di cicogne che supera le tassonomie e diventa un curioso viaggio evolutivo di uccelli e nascite. Questa storia riflette sulle possibilità emancipatorie della convivenza e si affida alla finzione come forza di cambiamento della vita reale.

Con le voci e gli applausi di varie cicogne e dell'insegnante di biologia e fitoterapeuta Nicolae Ioana, dell'infermiera di ostetricia e ginecologia Consuelo Ferreira Rey, della conservazionista e ricercatrice della fauna selvatica Dr. Purnima Barman, della ricercatrice di comportamento collettivo animale ed ecologia dei movimenti Dr. Andrea Flack, della sostenitrice dei diritti delle donne e della salute sessuale e riproduttiva Adriana Radu.

Jasmina Al-Qaisi è una scrittrice e archivista. Scrive e parla un inglese tutto suo, tra poesia sonora e visiva, fuori dalle norme e dalle forme ordinarie. Indaga le intersezioni tra politica del corpo, intimità, relazioni mediate dal digitale, voce e memoria, spesso in stretta comunicazione con sua nonna. Traduce la poesia in atti performativi e spesso fa radio con radio libere, indipendenti, temporanee o mobili. È co-autrice di diverse azioni audio con l'artista Ralf Wendt ed è membro del progetto di ricerca artistica Research and Waves, dove scrive, pensa e ricerca su vari temi. Quando scrive d’arte, per Revista ARTA ad esempio, impiega registri poetici e alternativi alla critica. Spesso idea iniziative artistiche e culturali indipendenti.

Iolanda mi nant de nòmini | Iolanda, mi chiamano per nome // di Studiolanda [Giorgia Cadeddu e Vittoria Soddu]
lingua: sardo
anno: 2021
durata: 30’

Lavoro prodotto con la guida di Rikke Houd, nell’ambito del programma di mentorship YASS!
Orlanda Sassu, poetessa ed ecologista sarda (1924-2015) ha portato avanti per tutta la sua vita una pratica di registrazione audio per archiviare la memoria del suo paese e della lingua che temeva di perdere. La sua voce supera le barriere temporali e ci accompagna nei luoghi cardine della sua esistenza: il fiume, il villaggio, il mare, la capanna costruita intorno a un ginepro secolare sulle dune di sabbia a Pistis, insieme al compagno Efisio, poeta a sua volta. Iolanda, così era conosciuta dalla comunità, ha affidato ai nastri magnetici delle audiocassette il potere di farla viaggiare nel tempo, tornare indietro tra i ricordi del passato e sfidare la possibilità di esistere nel futuro, arrivando fino a noi come voce viva e presente.

STUDIOLANDA è un duo multidisciplinare con base in Sardegna. Composto da Giorgia Cadeddu e Vittoria Soddu, mette al centro dei propri progetti, pratiche di riutilizzo dei materiali con particolare sensibilità verso la ricerca in archivi audiovisivi, grafici e testuali. Giorgia e Vittoria mettono in gioco diverse competenze tecniche, nel campo del design e delle arti visive: insieme immaginano forme narrative che sfuggono la rigidità di categorie presistenti e riconoscibili, unendo pratiche apparentemente distanti di disegno, traduzione, auto-costruzione e ascolto.

Il était un père | C’era una volta un padre
di Leslie Menahem
lingua: francese
anno: 2019
durata: 29’

Un padre accompagna sua figlia alla stazione; sorpassano un’auto che traina una roulotte. Riaffiorano i ricordi, la figlia ripensa alle vacanza da bambina, con sua madre, suo padre e… il padrino. L’uomo che tutti chiamavano il padrino e che da allora è ormai morto: chi era davvero? Perché occupava così tanto spazio nella loro famiglia? In macchina, padre e figlia ricordo per quanto poco si somiglino, fisicamente. Perché non fare un test del DNA, una volta per tutte, per esserne sicuri? Non è necessario che si sappia…
Il était un per è un documentario in prima persona di Leslie Menahem. È un’indagine che intreccia segreti di famiglia e un test del DNA, canzoni popolari e uno sciamano, un triangolo amoroso e la convinzione che la nostra identità sia sempre sotto questione e che questo non sia necessariamente un male.

Leslie Menahem www.lesliemenahem.com scrive e produce per la radio, per France Culture e France Inter. Ha lavorato a Rue, ou la promenade du muguet con Denis Lavant, ha preso parte a numerose produzioni teatrali tra cui Scène pour un roi fou alla Philharmonie de Paris. In televisione, è autrice di Karambolage su Arte ed è impegnata con la serie Motel, sostenuta dal programma SACD France Europe Série. Nel frattempo sta lavorando a un lungometraggio, Les autonautes de la cosmoroute con Ikki Films.

De plantage van onze voorouders | La piantagione dei nostri avi // di Maartje Duin in collaborazione con Peggy Bouva
Episodio 7 | La piantagione
lingua: olandese
anno: 2020
durata: 35’

Negli otto episodi di De plantage van onze voorouders [La piantagione dei nostri avi], Maartje Duin si confronta con la storia della sua famiglia, risalendone l’albero genealogico in cerca di tracce di schiaviutù. Tra i suoi antenati scopre uno dei proprietari della piantagione di zucchero Tout Lui Faut in Suriname, colonia olandese fino al 1975. L’incontro con Peggy Bouva, discendente invece degli schiavi che lavoravano nella stessa piantagione, cambia il corso della sua ricerca: insieme visitano archivi, intervistano i membri delle proprie famiglie e vanno in Suriname, a vedere i resti della piantagione. Di chi è questa? Di chi è il compito di raccontarla? Quali sono gli effetti della schiavitù sull'attuale società olandese?

Maartje Duin è giornalista indipendente e produttrice di podcast con base ad Amsterdam. Nel suo lavoro utilizza il suono per raccontare in modo intimo e poetico temi difficili come la solitudine, la decolonizzazione, la demenza senile.  Ne La piantagione dei nostri avi - realizzato in collaborazione con Peggy Bouva - Maartje affronta i lasciti dello schiavismo nel suo albero genealogico. Il podcast è stato ascoltato da quasi un milione di persone fra Olanda e Suriname e ha vinto numerosi premi. Peggy and Maartje stanno lavorando ad una seconda stagione.

Diario di una fenice irrequieta // di Francesca Berardi
lingua: italiano
anno: 2021
durata: 36’

La realizzazione del lavoro è stata resa possibile grazie al Premio Lucia, una collaborazione tra Radio Papesse, Lucia-Festival e la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano
Diario di una fenice irrequieta è un’appendice in formato audio del diario Inchiostro, storia di un’adolescente oltre l’anoressia https://pensiero.it/catalogo/libri/pubblico/inchiostro che Caterina Minni ha scritto a 14 anni. È un tentativo di parlare di anoressia attraverso alcune parole che Caterina ha scritto e che Francesca Berardi ha sottolineato, perché quel diario sarebbe potuto essere anche il suo.
Il glossario si costruisce intorno ad un dialogo intimo tra due donne di generazioni diverse - Caterina ha 21 anni, Francesca 37 - con la consapevolezza che più che essere andate “oltre” l’anoressia, sono sopravvissute alle sue manifestazioni più dure. Caterina a 11 anni è arrivata a pesare 22 kg, Francesca che a 14 era un po’ più alta, 36.
Si sono incontrate la scorsa primavera a Verona, la città in cui Caterina vive e studia. Per quattro pomeriggi consecutivi si sono date appuntamento alla panchina di un parco, dove parola dopo parola si sono confrontate sul significato di termini comunemente associati all’anoressia.
Il loro dialogo tocca questioni che riguardano il corpo nella sua dimensione più cruda ma anche le emozioni e sensazioni che lo attraversano, il freddo, la paura, il senso di disgusto, il bisogno di fuga..fino al ritorno a casa e alla scoperta del desiderio. Sound design, sound mix e musiche sono di Max Viale e Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo.

Francesca Berardi lavora come giornalista freelance per testate e radio tra l’Italia e gli Stati Uniti. Il suo lavoro è stato pubblicato tra gli altri da TIME, Public Radio International, WNYC, The Guardian, ProPublica, Radio 3, Domani e Internazionale.

Dal 2011 al 2019 ha vissuto negli Stati Uniti dove ha conseguito un Master of Arts in Politics alla Journalism School della Columbia University e dove si è dedicata a un progetto investigativo sull’ineguaglianza nel sistema educativo che le è valso il Front Page Award for in-depth reporting dal Newswomen's Club of NYC. Grazie al sostegno del Brown Institute for Media Innovation ha potuto sviluppare un progetto che combina audio, cartografia, raccolta manuale di dati e illustrazione dedicato alla comunità dei canners, ovvero coloro che vivono raccogliendo bottiglie e lattine per le strade di New York. Nel 2015 ha pubblicato il libro Detour in Detroit. Prima di lavorare come giornalista ha studiato storia dell’arte, conseguendo una laurea specialistica in arte contemporanea all’Università La Sapienza di Roma.

Un estremo atto di amore // di Viso Collettivo [Luca Morino, Federico Pianciola e Riccardo Salvini]
lingua: italiano
anno: 2021
durata: 41’

La realizzazione del lavoro è stata resa possibile grazie al Premio Lucia, una collaborazione tra Radio Papesse, Lucia-Festival e la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano
Un estremo atto d’amore è un'opera radiofonica tratta da In nome del popolo italiano. Storia di una malavita di Claudio Foschini. Il lavoro, tra il radiodramma e il racconto radiofonico, prende spunto dai suggestivi punti di contatto tra il personaggio di Foschini, l'epica classica e la tragedia greca. L'operazione di cut-up tra il diario e l’Antigone di Sofocle – frammenti tratti liberamente dal testo classico, smembrati e innestati nel racconto – è volta non tanto a sublimare la persona in eroe tragico, quanto a ricontestualizzarlo ed attualizzarlo su un palcoscenico virtuale, una fumosa sala da teatro in streaming su YouTube. Al linguaggio franco, lucido e sagace di Foschini viene contrapposto il tono aulico ma sintetico di un “coro”, ritratto di tutti noi, spettatori di storie fuori dal tempo – e giudici ultimi, oggi come allora.

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