Sala delle Carte Geografiche, finito il restauro

Il 27 novembre inaugurata la Sala della Guardaroba del museo di Palazzo Vecchio, comunemente nota come Sala delle Carte geografiche

Carte geografiche finemente restaurate, mappamondo risanato e reso di nuovo leggibile con tecniche modernissime, una nuova illuminazione, un sito web per visitare la sala in 3D e un lavoro certosino portato avanti da mani esperte che ha permesso anche una eccezionale scoperta storica. 

Dopo tre anni di lavori, è stata definitamente inaugurata la Sala della Guardaroba del museo di Palazzo Vecchio, comunemente nota come Sala delle Carte geografiche, dopo un restauro lungo e delicato che ha visto impegnati numerosi restauratori e squadre di muratori e impiantisti che hanno lavorato negli ultimi due anni senza chiudere la sala al pubblico. La sala è rimasta infatti chiusa al pubblico solo per il rifacimento della pavimentazione mentre il resto degli interventi è continuato fino ad oggi con la sala visitabile e si è concluso adesso. 

L’intervento, lungo e complesso anche dal punto di vista logistico perché effettuato senza mai far uscire il globo dalla sala e per gran parte del tempo anche con i visitatori, è stato studiato e curato dal Servizio Belle Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio della direzione Servizi tecnici, con la collaborazione del Servizio Musei della direzione Cultura, ed è stato possibile realizzarlo grazie alla donazione della Fondazione di Friends of Florence

I lavori hanno permesso il restauro del grande globo terrestre al centro della sala e delle 53 carte geografiche di tutto il mondo conosciuto nella seconda metà del XVI secolo, dipinte a olio su tavola negli sportelli degli armadi, su disegno di Egnazio Danti e Stefano Bonsignori (1563-1586). E inoltre, il consolidamento strutturale del pavimento, la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione della sala basato sul sistema domotico che utilizza i Led, la manutenzione completa dei 13 armadi monumentali in legno di noce con motivi decorativi a intaglio, realizzati da Dionigi di Matteo Nigetti (1564-1571), e la sostituzione dei pannelli in plexiglass che erano sulle tavole dipinte con moderne lastre antiriflesso tipo "Optium Museum Acrylic”. 

Il paziente lavoro di restauro e analisi del patrimonio di straordinario interesse storico, geografico e artistico conservato nella sala, che è fra le più visitate del museo di Palazzo Vecchio, ha permesso anche di compiere un’importante scoperta, che – sempre grazie alla Fondazione Friends of Florence – sarà raccolta nel volume dedicato alla presentazione degli studi e dei lavori della sala che sarà pubblicato a breve dalla casa editrice Mandragora di Firenze. E’ stato infatti provato che il globo fu interamente rifatto dall'ultimo cosmografo della corte medicea Matteo Neroni tra il 1605 e il 1613 e che della prima versione del mappamondo di Egnazio Danti (1564-1569), non resta in pratica più niente, se non la struttura esterna di sostegno in metallo e, forse, gli elementi principali dell'armatura interna in ferro, realizzate entrambe all'epoca, dall'architetto e ingegnere Antonio Lupicini.

Contemporaneamente il Museo Galileo, con il sostegno della stessa Fondazione Friends of Florence e grazie ad una convenzione stipulata con il Comune, ha realizzato un sito web per che permetterà una esplorazione interattiva in 3D della Sala, completamente ricostruita digitalmente, e delle opere che vi si conservano. 

L’esplorazione 3D della sala, interamente ricostruita digitalmente, consente inoltre di consultare nel dettaglio i contenuti cosmografici – muovendosi liberamente nell’ambiente virtuale e cliccando sul globo e su ogni singola mappa per ammirarne i particolari attraverso notevoli livelli di ingrandimento – e di leggere i testi dei cartigli che descrivono le caratteristiche geografiche, la storia e i costumi delle popolazioni in ogni parte del mondo conosciuto (https://mostre2.museogalileo.it/palazzovecchio-guardaroba/index.php/it/)

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