Giovedì 14 luglio al MAD Murate Art District un workshop a cura di Sex & The City sulla costruzione di un Atlante di genere
Sex & the City è una ricerca “situata”: effettua scelte, elabora esperienze, offre riflessioni, interagisce attivamente con la vita pubblica. Al suo centro la costruzione di un Atlante di genere di Milano: una mappatura critica nella quale i capisaldi del discorso di genere – che riguardano il rapporto fra la produzione e la riproduzione, le politiche sul corpo delle donne, la violenza di genere, il diritto alla città – diventano spazi fisici che traducono esigenze specifiche, e reti di soggetti che animano e danno senso all’esistenza di quegli spazi. L’Atlante è costruito attraverso la sovrapposizione di più livelli di lettura critica della città.
La mappatura ambisce a restituire le declinazioni che la città propone rispetto alla vita delle donne. Indagandone gli usi, intercetta i servizi che a vario titolo rispondono a esigenze legate alla loro vita quotidiana: i luoghi per l’allattamento sicuro, i servizi igienici pubblici, gli ascensori in metropolitana, le aree gioco, gli asili nido, le piazze aperte.
La vita quotidiana delle donne è, infatti, condizionata dalla necessità di fare fronte alla maggior parte del lavoro di cura non retribuito. Trattare la mobilità e altri aspetti della vita urbana come “questioni di genere”, tuttavia, non significa avallare lo stato delle cose: è “solo” lo stato delle cose. Viceversa, la città delle donne – se esistesse – sarebbe la città di tutte e di tutti, aspirerebbe a una rottura dei ruoli precostituiti e a una equa distribuzione fra i generi dei carichi legati alle responsabilità riproduttive. La città delle donne, alla quale questa indagine guarda, mette al centro la cura, a prescindere dal genere che se ne occupi.
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